
Scrivere un libro è un viaggio fatto di idee, scelte, dubbi e ispirazioni. Ma cosa succede davvero dietro le quinte della creazione di una storia?

Grazie al contributo di Giulia Modugno abbiamo approfondito come nasce un libro, dall’idea iniziale fino all’emozione della pubblicazione. Giulia Modugno, nata a Roma nel 1996, è una giovane autrice italiana che ha esordito nel mondo dell’editoria con il romanzo fantasy La discendente del ladro, pubblicato nel 2024 da Giunti Editore. Prima di arrivare alla pubblicazione, ha scritto diverse storie su Wattpad, una piattaforma online dove chiunque può leggere e condividere racconti e romanzi. Il libro racconta la storia di Nailyn, una ragazza legata a un’antica profezia e divisa tra magia, amicizie e amori nel mondo immaginario di Puris.
Da dove nasce una storia
Le idee possono arrivare dai luoghi più diversi. Alcuni scrittori si ispirano a esperienze personali, sogni, o alle persone che incontrano. Altri prendono spunto da libri, film, notizie o leggende. A volte una storia nasce da una semplice domanda, come: “E se succedesse qualcosa di strano?” Anche Giulia conferma questa varietà di fonti: «Quasi sempre le idee principali, quelle che mi spingono a mettere le mani sulla tastiera, mi arrivano nei sogni. Ma possono nascere da qualsiasi cosa: da un quadro, da una conversazione sentita al bar, da un paesaggio visto attraverso il finestrino della macchina, da un ricordo. Ogni cosa può essere fonte d’ispirazione».
Passo successivo: scegliere da dove iniziare
Dopo l’ispirazione, ogni autore segue un proprio metodo. Alcuni iniziano dalla trama, cioè da cosa succede nella storia; altri dai personaggi, immaginando chi sono e come si comportano. C’è anche chi parte dall’ambientazione, soprattutto se si tratta di un mondo inventato. Non esiste un ordine preciso: ciò che conta è costruire una base da cui partire. Nel caso di Giulia, il primo passo è il prologo, ovvero una breve introduzione che anticipa o spiega qualcosa prima che la storia cominci davvero. «La prima cosa che scrivo – spiega – è sempre direttamente il prologo. Dopodiché mi fermo e penso alla struttura della trama: devo capire da dove voglio partire e dove voglio arrivare. Non continuo a scrivere finché non ho ben chiaro come finisce la storia».



Sapere quando fermarsi
La risposta varia da scrittore a scrittore, ma per Giulia è una questione di equilibrio: «Quando sento che ho dato tutto alla storia, e che questa mi ha restituito altrettanto, allora capisco di essere arrivata alla fine. Una volta che il percorso di ogni personaggio è concluso, posso dire di aver raggiunto il finale che speravo. È una sensazione molto soggettiva, ogni autore ha un legame speciale con la propria storia».

Il momento della pubblicazione
Gli autori provano un turbine di emozioni al momento della pubblicazione: orgoglio, soddisfazione, ansia, paura. Vedere il proprio libro completato e pronto per il pubblico è un traguardo importante, ma anche un momento di grande vulnerabilità. Così lo racconta Giulia, parlando del suo romanzo La discendente del ladro: «È un’emozione indescrivibile. Un po’ fa paura, perché realizzi che quella storia non è più solo tua. Ti senti esposta, vulnerabile: un racconto è un frammento di chi lo scrive, qualcosa di intimo che va trattato con cura. Poi però subentra la soddisfazione: sapere che quell’idea in cui hai creduto con tutto il cuore ha convinto anche un editore, che ha reso possibile il tuo sogno».
Scrivere non è solo un atto creativo, ma anche un gesto di coraggio, perché ogni parola scritta è un passo verso la condivisione del proprio mondo con il pubblico.
Anna Maria Mariotti
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