STELLA PARCUS, POETESSA DELL’INTARSIO

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TODI- È sicuro che per scrivere poesie le parole vanno pensate con cura, vanno ascoltate, coltivate, provate, infine scelte e poste nel punto giusto del verso. Solo così la bellezza dei singoli versi può consuonare armonicamente con il resto. E nasce un’opera bella da leggere e da ascoltare. Bene, Stella Parcus è prima di tutto una poetessa. Ma non scrive nulla, perché lavora il legno, si dedica all’intarsio. Lei crea tessere, invece che parole, ma il procedimento e il risultato sono gli stessi. La Bottega di intarsio dove lavora Stella è stata aperta dal Maestro Daniele Parasecolo e nel tempo quella stanza all’angolo di Via Santa Maria in Cammuccia ha ospitato e affascinato, tra i segreti del legno, diversi apprendisti che hanno potuto approcciarsi a questa antica tecnica e farla propria. E tra questi proprio un’apprendista, Stella Parcus, ha avuto l’ispirazione di prendere le redini dell’attività come erede del Maestro Parasecolo e oggi lavora ancora lì con passione, producendo meravigliose tarsie dallo stile rinascimentale, e lavorando su commissione.

La bottega fondata da Daniele Parasecolo

Stella scopre questo lavoro durante l’anno sabbatico, al liceo artistico di Deruta nella sezione “L’arte della Grafica pubblicitaria e della Fotografia”, incontrando il Maestro Daniele Parasecolo. Dopo questo incontro abbandona l’idea dell’università e tramite un Bando Regionale per i disoccupati volto a non far morire i mestieri artigianali, poiché hanno un ricambio generazionale lento e difficile, viene ospitata dal Maestro per qualche anno. Si iscrive all’Accademia delle Belle Arti.

«Prima mi sono specializzata in un settore che mi ha appassionato, fin dal primo momento«, dice, «Ma poi ho sentito il bisogno di studiare anche storia dell’arte e avere più nozioni pratiche».

Come ti sei sentita quando sei diventata l’effettiva erede di una Bottega così importante e nel cuore della città?

«Mi sono sentita un po’ in dovere di fare questo passo solo con la certezza di un riscontro più che positivo, ottenuto anche dal mio Maestro, e questo mi ha convinto; magari questo spazio sarebbe stato un altro negozio sfitto della via o un negozio di un settore totalmente diverso. Questo però era il mestiere che volevo fare, avere qualcosa di mio, che mi piace, e ho deciso che era il momento di cogliere questa grande occasione»

La celebre parete della bottega

Cosa si può fare oggi per rivalutare questo settore, un tempo gloria della città?

«Qui a Todi c’è stato l’Istituto Crispolti, nel quale si facevano corsi di falegnameria, e ha formato diversi
hobbisti in città. Perciò la città ha avuto il suo momento di picco con l’artigianato, anche grazie a questo
Istituto. Credo però che il vero motivo per cui i mestieri antichi “sopravvivano” alle generazioni è l’altruismo: nel senso che non bisogna avere gelosia di ciò che si impara; molti artigiani si sono ritrovati ad essere isolati ed estremamente gelosi, infatti sono proprio le loro botteghe a non aver avuto un ricambio generazionale e i loro segreti sono rimasti con loro fino alla pensione. Io invece voglio continuare a mantenere la bottega con lo stesso spirito del mio Maestro e proponendo opere dal carattere rinascimentale.
»

Una delle ultime opere di Stella Parcus
Locandina della Rassegna

Ci tengo a menzionare una Rassegna recente sull’intarsio, realizzata a Todi, alla Sala delle pietre. Qui diversi intarsiatori moderni, tra i quali anche Stella Parcus e Daniele Parasecolo, hanno presentato le loro opere sia rinascimentali che contemporanee. Spiccano così i colori vivaci delle tarsie e caratterizzano una nuova epoca per quest’arte.

In conclusione, come pensi sia concepita oggi quest’arte antica?

«Quando si pensa all’intarsio, purtroppo, molti immaginano un’opera poco colorata, che sembra vecchia e in qualche modo poco adatta alla modernità; grazie alla globalizzazione invece ora posso usare tutti i colori e queste rassegne possono mostrare tarsie a tutti gli effetti moderne e contemporanee. Con il legno , oggi ancor più di prima, puoi creare qualunque progetto tu riesca a concepire. Questo tra l’altro mi riempie di fiducia, per me ma anche per le generazioni di intarsiatori futuri.»

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