I don’t trust you!

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Beh sì, bisogna dire che questa frase non sia proprio carina da riferire ad una persona… Si potrebbe rimanere male nel sentire un’affermazione del genere. E pensare che nel corso della storia, ci sono state varie persone su cui, magari, era giusto non porre la propria fiducia, ed altre che invece venivano allontanate o pregiudicate solamente perché possedevano una qualità diversa dalla maggior parte della popolazione: avevano i capelli rossi.

Fin dai tempi antichi, le persone con questa caratteristica estetica erano viste in malo modo: nell’antico Egitto, ad esempio, si ritiene che venissero sacrificati al dio Osiride. Sembra che venissero ulteriormente discriminate poiché considerate discendenti di Seth – dio del caos, della violenza – per questo veniva attribuita loro una maggiore ferocia e cattiveria.

Successivamente, con l’affermarsi della religione cattolica, i capelli rossi vennero definitivamente legati all’idea del male, dell’impurità e del peccato; si dice che, probabilmente, questo fu dovuto alla facilità che hanno queste persone nell’ustionarsi dai raggi del Sole, che veniva collegato all’idea del Bene.

Durante il periodo del Medioevo (476 d.C.- 1453/1492) e fino ai tempi dell’Inquisizione spagnola (1481 ca.), chi possedeva i capelli di questo colore era facilmente considerato amorale, diabolico e malvagio. Si pensava che un bambino nato con i capelli rossi fosse impuro. Per quanto riguarda le donne, anch’esse erano mal viste; infatti, le prostitute avevano spesso i capelli tinti di rosso. Molte donne dai capelli rossi vennero bruciate al rogo perché, appunto, considerate impure, o perché avevano “rubato il fuoco dall’inferno”.

Nonostante tutti questi significati negativi, alle persone con questi capelli vengono attribuite anche caratteristiche positive: ad esempio gli antichi romani attribuivano grande valore a questi individui, perché questa peculiarità era segno di forza e determinazione (gli schiavi con i capelli rossi venivano venduti ad un prezzo più elevato).

Spostandoci in Inghilterra, nei primi anni del XVII secolo cominciò a diffondersi la convinzione che le fate e altre creature magiche avessero questi capelli; da allora le persone dai capelli rossi sono state spesso viste come dotate di poteri magici o prodigiosi. Nell’epoca moderna sono stati creati anche dei personaggi fantastici, ad esempio la fata Bloom della serie televisiva “Winx, ha questa tipologia di capelli.

Un’idea diffusasi negli ultimi decenni è quella secondo cui queste persone possiedano un carattere impetuoso e non si facciano scrupoli a dire ciò che pensano. Anche la Disney ha creato personaggi di principesse con questa tipologia di capelli: le due più conosciute sono Merida (da “Ribelle the brave”) ed Ariel (da “The little Mermaid”).

Nella foto: Merida dal film “Ribelle the brave”.

Nella letteratura esistono molti esempi di personaggi forti e istintivi, ma anche ribelli e perfino cattivi, aventi questa particolarità. Per citare alcuni esempi, pensiamo ad “Anna dai capelli rossi”, la giovane ragazza protagonista della saga di libri scritta dall’autrice Lucy Maud Montgomery, diventata successivamente una serie originale Netflix (“Anne with an E”, tradotta in italiano come “Chiamatemi Anna”), a “Pippi calze lunghe”, protagonista del romanzo scritto dalla scrittrice svedese Astrid Lindgren. Ma se pensiamo ad uno degli autori più importanti di fine 1800 inizio 1900, ci viene in mente Giovanni Verga con la sua novella “Rosso Malpelo”.

La novella parla, infatti, di questo ragazzino, che viene maltrattato e ritenuto cattivo perché possedeva i capelli rossi. Rosso Malpelo è malvoluto dalla sua famiglia, che arriva al punto da vergognarsi di lui, e viene trattato male dai suoi compagni di lavoro: veniva sfruttato per svolgere dei lavori in una cava di sabbia, in Sicilia, dopo che il padre era morto nella cava in seguito al crollo di una parete. Inoltre gli vengono affidati gli incarichi più pericolosi e faticosi.

Fortunatamente, al giorno d’oggi, le opinioni sono cambiate: i capelli rossi vengono associati all’idea di fascino e di seduzione, e molti personaggi famosi come artisti, attrici, politici hanno reso invidiabile questo colore: ora molte persone corrono dal parrucchiere per farsi fare una tinta rossa! Per fare alcuni esempi, di personaggi famosi, pensiamo alla figura di Jessica Rabbit, e per le attrici ricordiamo Julianne Moore, Gillian Anderson, Nicole Kidman, Amy Adams e Jessica Chastain. I capelli rossi erano propri anche di artisti e personaggi storici come Vincent van Gogh, Elisabetta I, Nerone, Guglielmo il Conquistatore, Garibaldi ed Enrico VIII, per citarne altri.

Nella foto: autoritratto di Vincent van Gogh.

Dal punto di vista scientifico, la caratteristica di chi possiede i capelli rossi viene definita rutilismo ed è tipica soprattutto degli abitanti di Gran Bretagna, Scozia (13% della popolazione) e Irlanda (10% della popolazione), in buona parte anche in Russia. A livello mondiale solamente il 2% delle persone ha questo colore di capelli.

Un importante studio genetico sul colore dei capelli condotto dalle Università di Oxford ed Edimburgo e pubblicato su Nature ha portato a capire che i geni che portano ad avere i capelli rossi sono almeno otto, e non solamente uno, come si pensava in precedenza. Si tratta però di geni recessivi: questi sono definiti tali perché i loro effetti sono mascherati da un altro gene, più dominante. Un altro esempio di geni recessivi sono quelli che danno origine agli occhi azzurri.

In genere le persone con i capelli rossi hanno gli occhi verdi o marroni, mentre i capelli rossi e gli occhi azzurri sono una combinazione abbastanza rara. Le chiome rosse si accompagnano poi quasi sempre con una carnagione chiarissima e lentigginosa. Le persone con i capelli rossi tra l’altro devono fare molta attenzione ai raggi del sole, perché la loro pelle è estremamente sensibile e si scotta con facilità.

Due piccole curiosità: sembra, inoltre, che le persone dai capelli rossi siano molto sensibili agli sbalzi di temperatura, mentre se vengono sottoposti a un’operazione chirurgica, i rossi hanno bisogno all’incirca del 20% in più di anestesia rispetto agli altri. Il motivo di questo non è ancora del tutto chiaro.

Concludendo, rimane sempre un alone di mistero dietro a questa peculiarità; tuttavia, come autrice, dato che possiedo una colorazione di capelli tendente al rosso, posso affermare che ai giorni nostri non si percepiscono più quei pregiudizi di un tempo nei confronti delle persone con le chiome rosse.

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