MA QUESTO ASCENSORE “S’HA DA FARE?”

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TODI- Sono trascorsi ormai vent’anni dalla prima messa in funzione dell’ascensore di Porta Orvietana. Ed ecco che, con il sopraggiungere della verifica ventennale dell’impianto prevista dal contratto di licenza, l’Amministrazione comunale ha deciso, sì, di mantenere l’impianto di risalita inaugurato all’inizio del nuovo millennio (impianto che l’evidenza dei fatti ha dimostrato essere più un disservizio che un servizio per cittadini tuderti e per i turisti), ma anche di implementarlo con un nuovo e ambizioso progetto: quello della costruzione di un nuovo impianto di risalita, a cabina doppia e a debita distanza da quello già esistente, in modo da collegare la circonvallazione al centro storico in corrispondenza di Via Termoli e da rivitalizzare la zona della cosiddetta “Valle Bassa” e del Nido dell’Aquila. Ogni cabina del nuovo impianto avrà la capacita di trasportare 12 persone, per un totale di complessive 20 000 unità giornaliere, al netto della capacità di entrambe le cabine. Il via libera da parte della Soprintendenza al progetto esecutivo dell’ascensore è arrivato alla fine di marzo e il costo previsto dell’opera si attesta intorno alla cifra di 1.700.000. Gran parte dei soldi, stando al progetto, saranno stanziati dalla Regione Umbria (circa 1.000.000), mentre i restanti 700.000 andranno a confluire tra le voci del bilancio comunale. 

Ma questo ascensore “s’ha da fare”? Come tutti sappiamo, il tema dei trasporti, a Todi, è da sempre uno dei più delicati e sentiti sia dai programmi di governo delle varie Amministrazioni locali che si sono succedute negli anni (amministrazioni, tra l’altro, via via di colore politico sempre diverso) sia tra i cittadini tuderti, che si sono trovati, spesso, al cospetto di situazioni di disagio dovute al malfunzionamento dell’impianto di risalita di Porta Orvietana. Un tema, dunque, particolarmente sensibile, sul quale il Consiglio comunale è tutt’altro che unito. In questo ultimo periodo si sono succeduti comunicati e prese di posizione da parte dei vari schieramenti locali, tra liste civiche e partiti, che trovano rappresentanza a Piazza del Popolo.

Ascensore Porta Orvietana, Soprintendenza da l'ok - Tuttoggi
Un prototipo del nuovo ascensore che dovrebbe installato con il nuovo progetto dell’amministrazione comunale

Tra le liste civiche, a dire la sua, è proprio Todi Civica di Floriano Pizzichini, contraria alla realizzazione del doppio ascensore che serva da collegamento tra il parcheggio di Porta Orvietana e centro storico e favorevole, invece, ad un referendum sul tema, una consultazione popolare, dunque, che coinvolga tutti i cittadini, liberi così di dire la loro su un tema tanto delicato. «L’articolo 48 dello Statuto del Comune di Todi prevede “per le materie di notevole rilievo che interessano la generalità della collettività cittadina” la possibilità di chiedere un referendum consultivo, allo scopo di acquisire il preventivo parere della popolazione. Un’ opera come quella che si vuole realizzare, nata senza il coinvolgimento e la partecipazione della cittadinanza, rischia di dividere la nostra comunità aprendo inopportune discussioni e polemiche per anni. Per tali valutazioni riteniamo sia fondamentale che i cittadini esprimano in maniera democratica il loro parere sulla questione»: questo si legge tra le righe del comunicato di Todi Civica, favorevole, invece, alla realizzazione delle scale mobili, definite la scelta più ovvia. 

Contrario al nuovo progetto anche il Partito Democratico, che ha ufficializzato il proprio sostegno all’idea del referendum promossa da Todi Civica di Floriano Pizzichini. «Una discussione pubblica – scrive il Pd – fatta di dati messi a disposizione dei cittadini e di scambi dialogici tra amministratori ed amministrati è quanto di più necessario per procedere a decisioni che, come il nuovo ascensore di Porta Orvietana, hanno un forte impatto su tutta la cittadinanza. Stiamo parlando di una scelta che segnerà il futuro di Todi, della sua mobilità e dell’accesso al centro storico, con le naturali ricadute del caso su residenti, attività produttive ivi insediate e flussi turistici».

Favorevole, invece, la coalizione di centro-destra: Forza Italia plaude al progetto del nuovo ascensore, facendo sapere in una nota che
«l’approvazione da parte della Soprintendenza rappresenta quest’oggi il punto fondamentale con cui si potrà dare via all’iter di approvazione del progetto esecutivo cui seguirà immediatamente la gara di appalto, l’aggiudicazione delle opere e l’inizio dei lavori» .  A sostegno del progetto si schierano anche i consiglieri di maggioranza Francesca Peppucci ed Enzo Boschi, sostenitori del fatto che l’idea delle scale mobili è potenzialmente valida ma non tiene conto di alcune criticità, a cominciare dagli elevati costi di manutenzione e di realizzazione che una tale struttura si porterebbe dietro e che l’amministrazione comunale non riuscirebbe a sostenere. Da non sottovalutare poi il forte impatto delle scale mobili sul paesaggio. L’ascensore verticale a doppia cabina rappresenta invece una svolta, «un passo importante per il rilancio dell’accesso al nostro territorio anche dal punto di vista turistico, in quanto si potrà spostare a Porta Orvietana il terminale capolinea di tutti gli autobus del cento storico, compresi quelli scolastici e rivitalizzare tutta l’area della cosiddetta Valle Bassa, con un collegamento diretto anche per la zona del Nido dell’Aquila».

Fin qui, dunque, le diverse prese di posizione e le varie proposte fatte dai partiti e dalle liste civiche che vanno a comporre il mosaico della nostra classe politica locale. Ma la redazione di Sottobanco ha chiesto un chiarimento in prima persona al sindaco Antonino Ruggiano che ha motivato la scelta del nuovo impianto di risalita, sostenendo il fatto che l’ascensore è la soluzione più praticabile fra tutte, realizzabile in tempi tutto sommato non lunghi, nonché il mezzo di trasporto che tiene maggiormente conto delle esigenze delle persone disabili, che sarebbero altrimenti fortemente penalizzate dalla scelta delle scale mobili. Ricostruire, invece, il nuovo impianto su quello inclinato già esistente richiederebbe troppo tempo e la città rimarrebbe quindi scoperta troppo a lungo dal punto di vista dei trasporti. « Il progetto dell’ascensore così come è stato concepito continua il sindaco – è reversibile, ovvero non va ad impattare per niente, o quasi, sul paesaggio. E proprio in questo senso si è pensato di rivestirlo con colore verde o corten (lo stesso con cui sono state realizzate le sculture di Beverly Pepper). Quanto alla spesa, gran parte dei soldi sono stati stanziati dalla Regione e bisogna poi aggiungere che la cifra che dovrà stanziare il Comune è di 700 000 euro, ma potrebbe pure diminuire, dato che al momento il progetto è solo provvisorio e non abbiamo ancora proceduto con la gara d’appalto».

Quale sia la soluzione migliore non spetta alla nostra redazione, né tantomeno al sottoscritto dirlo. Confidiamo, però, nel buon senso delle nostre Istituzioni, che devono farsi carico di un problema che ormai da troppi anni penalizza la città di Todi. La speranza di tutti, dunque, è che la vicenda dell’ascensore non crei le solite barricate ideologiche, ma che si arrivi tutti insieme ad una soluzione giusta ed equilibrata e che l’ascensore non sia di nessun colore politico né di questo o dell’altro schieramento, ma che sia l’ascensore di TUTTI.

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