PAROLE, PAROLE, PAROLE….
Impariamo a conoscere la disfluenza verbale con il Prof. Marco Santilli

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TODI- Presso l’Aula Magna del Liceo Jacopone, lo scorso 22 ottobre, si è tenuto il primo incontro del XIV ciclo dei Venerdì del Liceo, piccoli appuntamenti di approfondimento culturale dedicati agli studenti e agli insegnanti. Il tema della conferenza era “Le sfide educative del mondo contemporaneo”, un’occasione per riflettere sul mondo della scuola, la didattica, l’apprendimento e gli studenti. All’evento è intervenuto il Professor Marco Santilli, Psicologo, Pedagogista e Docente di “Processi comunicativi e culturali” presso l’Università di Chieti, il Preside del Liceo, Professor Sergio Guarente e la Professoressa Cristina Belli, organizzatrice dell’incontro. Il Professor Santilli, oltre ad essere un grande comunicatore, è anche uno dei più importanti esperti nazionali in materia di disfluenza verbale, meglio conosciuta come balbuzie; pertanto, proprio in occasione della Giornata Mondiale della Balbuzie (che si celebra il 22 ottobre), al termine dell’incontro ha risposto in maniera coinvolgente, simpatica e dettagliata ad una serie di domande proposte dai redattori di Sottob@nco.

Il Professore ha chiarito che la disfluenza non è una malattia, ma è una caratteristica dell’intelligenza nata con l’uomo, connaturata ad esso, e propria di persone particolarmente sensibili ed intelligenti.

Ci racconta, infatti, che anche Mosé balbettava, così come Newton, Manzoni, Picasso e tanti altri illustri esponenti di letteratura, scienze e spettacolo. Spiega che tutti nasciamo con una disfluenza, definita lallazione, termine che deriva dalla ripetizione delle sillabe pronunciate da un bambino quando inizia a parlare. Secondo i dati dell’ OMS, questo disturbo del linguaggio è presente nel 5% dei bambini fino agli otto anni, successivamente scompare e permane nell’1% dei casi, se, e solo se, in famiglia sono stati o sono presenti casi simili, infatti la balbuzie è dovuta principalmente ad una causa genetica. Solamente, quindi, dagli otto anni in poi il disturbo viene considerato effettivo. Entrando ancor più nello specifico, viene sottolineato che la disfluenza ha maggiore incidenza nei maschi, piuttosto che nelle femmine; secondo le statistiche, infatti, il rapporto è di 4:1, ovvero ogni 5 persone che manifestano balbuzie, solo una è donna. Questo disturbo del linguaggio oggi viene affrontato in molti centri specializzati presenti sul territorio nazionale, e, in particolar modo, il Professore è fondatore del Centro specialistico per l’eliminazione della balbuzie e presidente dell’Associazione Italiana “La nuova parola”, nonché ideatore del metodo di lettura motorio-verbale pentagrammatica per le disflueze verbali. Il Prof. Santilli racconta della sua positiva esperienza con oltre 20.000 allievi che hanno definitivamente risolto questo disturbo, attraverso “esercizi” specifici di pronuncia e di respirazione, partendo dalla motricità verbale per arrivare a spostare l’attenzione sul movimento del corpo e sulle relazioni umane, rendendo così il ragazzo più consapevole, sereno e sicuro di sé. Queste tecniche costituiscono un processo volto ad intervenire su più fronti: sull’emotività, sul rapporto con la famiglia e con la scuola, per poi terminare con il raggiungimento della massima fluenza del linguaggio. Questo dimostra i progressi che nel corso del tempo sono stati fatti riguardo all’approccio a questo problema, che in anni passati, si pensava non potesse essere risolto. Marco Santilli conclude il suo discorso affermando che oggi non solo si supera definitivamente questa empasse, ma il personale specializzato è in grado di guidare chi come genitori, insegnanti e datori di lavoro si relaziona con persone balbuzienti.

Lo stile comunicativo empatico e coinvolgente del Prof. Santilli e la sua eccellente preparazione professionale ha reso di facile comprensione un tema complicato e con evidenti riflessi sociologici e psicologici, che spesso incontriamo nel nostro cammino umano, ma di cui pochi parlano con consapevolezza. Particolarmente significativa è stata la riflessione sull’approccio e la relazione con persone che balbettano. Chi di noi non ha provato ansia o disagio dialogando con un balbuziente? “Tra chi balbetta e il suo interlocutore è come se ci fosse un rinoceronte che entrambi fingono di non vedere”. Così afferma Frederick P. Murray, uno dei massimi esperti mondiali di disfluenza. Impossibile, quindi, non accorgersi del problema o tentare di negarlo, meglio affrontarlo nel miglior modo possibile con calma e serenità. Il balbuziente ha dentro di sè un uragano di emozioni, che a tratti non riesce a tradurre in parole fluenti, ed è questa la causa della sua ansia. Ma, da quanto ci dice il Prof. Santilli, capiamo che un amico balbuziente è il migliore amico che si possa avere, estremamente intelligente e sensibile, generoso, empatico e rispettoso dell’altro, pertanto il modo più giusto per aiutarlo è quello di avere pazienza, non sostituendosi a lui nel pronunciare le parole, ma saper attendere e non sottolineare i suoi errori, cosa che forse non tutti facciamo .

Lo scrittore Fabrizio Caramagna afferma: “Le conchiglie non conoscono le parole, eppure nel loro suono così semplice è descritto tutto il mare”, con questa bellissima metafora concludiamo il nostro viaggio nel mondo della balbuzie, un mondo sconosciuto e a volte sottovalutato dai più, ma allo stesso tempo delicato, affascinante e coinvolgente. Quest’incontro è stato un importantissimo spunto di riflessione su un contenuto molto attuale: il tema delle inclusioni e delle accettazioni di tutte le diversità umane. Esse non devono rappresentare un ostacolo nelle relazioni, né causare emarginazioni, al contrario devono essere uno stimolo di apertura all’altro, di arricchimento e di crescita, per creare un mondo e una società migliore, per cui grazie Professore!

Marta Mantilacci

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