LETTERA APOSTOLICA “CANDOR LUCIS AETERNAE”: PAPA FRANCESCO ENTRA AL LICEO JACOPONE.

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In occasione del settimo centenario dalla morte di Dante Alighieri, Papa Francesco ha pubblicato la lettera apostolica “Candor Lucis Aeternae”.
Il liceo Jacopone da Todi, sempre pronto ad accogliere ogni suggestione positiva proveniente da qualsiasi ambiente, ha recepito e saputo valorizzare anche con i ragazzi questo momento indicendo una videoconferenza con il Prof. Gianluca Prosperi, docente di filosofia e figura rilevante sia in ambito giornalistico che in quello della critica letteraria.

Il professor Prosperi dichiara che “Né da dantista né da teologo ho letto la Lettera Apostolica di papa Francesco per i settecento anni della morte di Dante, quanto piuttosto da osservatore delle tendenze e vicende della Chiesa, sollecitato dal resoconto che ne ha fatto Gian Guido Vecchi sul “Corriere della Sera”, perché vi avevo intravisto una interpretazione dell’autore della Divina Commedia che rifletteva i principali orientamenti dell’attuale pontificato”. L’analisi del testo ne ha dato poi  conferma e ha permesso di individuare anche alcuni nodi problematici di carattere dottrinale”. Gli orientamenti in questione sono quelli per cui l’attuale pontificato cerca di volgersi significativamente non solo a temi prettamente religiosi, ma anche ai problemi sociali, ad aspetti che riguardano i rapporti orizzontali tra gli uomini. Secondo il prof. Prosperi ciò emerge nella lettera citata, ed è stato un imput al dibattito, che purtroppo ha potuto svilupparsi solo per il tempo previsto, ma ci sarebbe stato da dire ancora tanto, ovviamente.
Il professor Prosperi ha pensato di proporre il documento al Preside Guarente come argomento di confronto tra docenti e studenti del Liceo, e l’iniziativa è stata accolta con entusiasmo dai docenti ma soprattutto dai ragazzi, che vi hanno visto un significativo e originale momento di approfondimento .
C’è da dire infatti che i documenti della Chiesa solitamente non sono portati sotto l’occhio dei ragazzi. Secondo il professor Prosperi invece i docenti di Religione Cattolica (ma non necessariamente solo loro) potrebbero porre con profitto all’attenzione degli studenti i documenti pontifici: encicliche, discorsi, lettere apostoliche… per l’intrinseca importanza di carattere teologico -filosofico o storico-sociale che rivestono, e perché si prestano a essere collocati all’interno di un percorso didattico anche di tipo interdisciplinare.

Il documento è stato ben presentato nelle sue varie parti dal relatore: l’introduzione a cura del cardinal Ravasi, un excursus sulle parole dei Pontefici Romani dell’ultimo secolo su Dante Alighieri, la riflessione sulla vita del poeta vista come paradigma della condizione umana, la presentazione dell’opera dantesca come espressione del desiderio umano, della misericordia di Dio e della libertà umana; segue una breve riflessione sul mutuo rapporto tra Dio incarnato e uomo divinizzato implicito nella visione finale della Trinità divina, dove Dante scopre, al centro di tutto, la “nostra effige”, quindi un paragrafo sulle tre donne della Commedia e sulla figura di San Francesco; infine una proposta di attualizzazione del messaggio dantesco per il nostro tempo: Dante ci chiede di metterci in viaggio con lui per comprendere come vivere pienamente e rettamente la nostra umanità, superando le selve oscure in cui perdiamo l’orientamento e a volte anche la dignità. All’interno di quest’ultimo paragrafo compare l’esortazione agli insegnanti, ma anche agli artisti, alle istituzioni accademiche , alle associazioni e movimenti culturali a diffondere la parola di Dante, ritenuta in grado di alimentare lo slancio del nostro cammino di vita nel periodo odierno che si mostra pieno di contraddizioni, di ombre che degradano l’umanità, e privo di una produttiva speranza e fiducia nel futuro. Dante vuole che il cuore dell’uomo trovi la pace che gli sfugge portandolo verso l’ultima felicità, che è “l’amor che move il sole e l’altre stelle”.

Papa Francesco in generale si focalizza sul viaggio dantesco della Divina Commedia, un viaggio alla ricerca profonda e struggente del senso ultimo della vita e della morte, a partire dal sentimento dell’uomo e del suo rapporto col divino. L’enfasi è posta sull’universalità dell’esperienza di Dante, che va intesa come personale ma anche comunitaria, ecclesiale e storica.

Il messaggio finale che il Papa intravede è quello di un autentico umanesimo, in cui la questione del mistero della vita e della morte è affrontata partendo dal presupposto dell’amore di Dio nei confronti dell’uomo e dall’idea che il mondo sia stato creato dalla volontà di Dio e non non da una forza arbitraria.

Nel documento emerge, tra le altre cose, la riflessione per cui Dante viene visto come colui che nei suoi versi è riuscito a trovare il perfetto equilibrio tra umano e divino, e i docenti presenti hanno confermato come questa caratteristica abbia un positivo riscontro dal punto di vista didattico: Dante infatti , che ovviamente realizza un’opzione spiritualista, presenta però anche posizioni di conciliazione , di rivalutazione dell’elemento umano e corporeo, e questo perché comprende a pieno l’importanza del corpo all’interno della dottrina cattolica; presenta elementi di critica alla Chiesa, di impegno sociale, di rivalutazione della donna e molto altro ancora. E’ quindi un autore che offre aspetti apprezzabili anche in senso laico, che si presta ad essere percorso dagli studenti trasversalmente, a prescindere dalle ideologie o confessioni religiose dei singoli.
Un’interessante proposta, avanzata dal professor Alessio Umbrico, è stata quella di comparare, meglio se integralmente , in classe, gli scritti di tutti quei pontefici precedenti a Francesco che si sono espressi sulla figura del sommo poeta. Di costoro emergono nel breve spazio del documento , necessariamente, solo alcuni aspetti caratterizzanti, ma affrontare le riflessioni pontificali nella loro interezza renderebbe conto di come il rapporto della Chiesa con Dante si sia evoluto nel tempo, di come la Chiesa abbia sentito sempre più la necessità di riappropriarsi dell’opera, di considerare Dante un “suo” autore, valorizzando sempre più apertamente anche gli elementi di critica ecclesiastica. Un progetto di lavoro come questo potrebbe coinvolgere i docenti di Lettere , di Religione e di Storia e Filosofia, potrebbe aprire maggiori consapevolezze sul pensiero religioso e antropologico-culturale laico ed ecclesiastico del secolo passato. Insomma , ci sarebbe da coltivare e raccogliere in abbondanza..

Sicuramente, al di là di ogni eventuale interpretazione o spunto tematico o progetto di lavoro , la lettera apostolica “Candor Lucis Aeternae” ci spinge una volta di più a prendere in mano le cantiche dantesche, fa risuonare con ampiezza la complessità e l’importanza dell’opera.

Un grazie a Dante che sa ancora parlarci , allora!

Ma anche a papa Francesco e al prof. Gianluca Prosperi, che ce lo hanno ricordato.

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