SHAKESPEARE SECONDO TORCHIA E BEVILACQUA

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TODI – Ancora una volta Francesco Torchia e Silvia Bevilacqua, storici animatori del laboratorio teatrale “Liminalia”, fiore all’occhiello dell’offerta formativa della nostra scuola, uniscono un gruppo di giovani studenti proponendo una “rivisitazione” di testi e autori teatrali moderna e accattivante, in cui i partecipanti al Laboratorio e i protagonisti dello spettacolo sono pienamente coinvolti, potendo esplicitare la propria creatività e curiosità intellettuale. Dai due direttori abbiamo avuto qualche anticipazione sullo spettacolo, “La sorella di Shakespeare”, che si terrà a giugno, come da tradizione alla fine dell’anno scolastico.

Il laboratorio “Liminalia” è un’Istituzione, ormai, per il nostro Liceo. Quando nasce questo rapporto e con quali finalità?

«Il rapporto nasce nel 1985 con il progetto “Trucchi e anime”, un corso sull’arte dello spettatore, curato da Silvia Bevilacqua e Francesco Torchia per conto dell’allora Teatro Studio 3 di Perugia. Dal 1991, alla fondazione di Liminalia, il corso si trasforma e diviene un laboratorio di formazione teatrale con l’obiettivo di realizzazione una messa in scena a fine anno scolastico. Il primo laboratorio si concluse con un’originale riscrittura scenica delle Baccanti di Euripide».

Qual è il testo che avete deciso di mettere in scena quest’anno? E perché?

«Quest’anno stiamo lavorando alla realizzazione di uno spettacolo scespiriano, ma con una prospettiva diversa. Su una suggestione di Virginia Woolf abbiamo immaginato che William Shakespeare avesse avuto una sorella e che questa sorella fosse stata fondatrice di una compagnia di sole donne, scrivendo e mettendo in scena le opere del fratello. Nel lavoro teatrale in corso di realizzazione si succedono brani tratti dai testi drammatici de Bardo di Stratford entro una cornice narrativa inventata. Come spesso accade a teatro, la scelta è il frutto di una necessità: il gruppo costituito quest’anno vedeva una schiacciante prevalenza di aspiranti attrici. Dunque di necessità non solo virtù, ma anche stimolo alla creatività».

Nella foto una scena dello spettacolo dello scorso anno, “Marat- Sade”

Come procedete nelle scelte del testo e nell’assegnazione dei ruoli?

«La scelta del testo si adatta sempre, come appena spiegato, alla composizione del gruppo e alla sua specificità: caratteristiche, sensibilità e abilità dei singoli componenti. I ruoli vengono assegnati dopo qualche prova preliminare, quando si scoprono i talenti anche solo potenziali e le affinità fisico-psicologiche con i personaggi in campo da parte dei partecipanti al laboratorio».

Uno degli aspetti più interessanti del Laboratorio teatrale è costituito dal rapporto che viene istituito con il mondo attuale, anche quando il testo rappresentato appartiene ad un’epoca lontana. È una vostra priorità?

«Sì, è nella natura stessa del nostro impegno professionale nel teatro. Mettere in scena un testo non è mai un esercizio di illustrazione piatta dello stesso, non è per noi filologia, studio fine a se stesso, ma è sempre chiederci e chiedere cosa il testo che ci disponiamo a rappresentare ha da dire a noi contemporanei. Un’attualizzazione, non banale e superficiale, è perciò un processo imprescindibile che va di pari passo con l’allestimento dello spettacolo».

Questi i nomi degli studenti che prenderanno parte alla rappresentazione: Nina Altieri (3 AC); Victoria Blondeau  (3 AC); Agnese Cardaio (3 AC); Daria Nicolai  (3 AC); Caterina Santi (3 AC); Anna Clementi Chiavari (5AC); Natalie Greene (5BL); Francesca Quici (5BL); Samuele Befani (2AS); Giulia Cristofani (4BL); Eleonora Primieri (4BL); Francesco Trippella (3BL); Flavio Buraku (5AS); Andrea Lanari (4BS); Cecilia Alma Levita (4BS); Elena Rocchi (4BS).

 

 

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