La sperimentazione che rivoluzionerà la scuola superiore italiana
IL LICEO “BREVE”

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TODI – Liceo in 4 anni? Possibile da realizzare? Sì, dal prossimo anno sarà dato il via alla sperimentazione del “formato concentrato” del liceo in varie scuole d’Italia. Inizialmente il campione avrebbe dovuto comprendere 100 Istituti, ma poi sono state aggiunte altre 92 scuole che hanno fatto richiesta al Ministero di poter partecipare. Il totale, perciò, è di 192 scuole italiane che si dividono in 144 licei e 48 istituti tecnici. La scelta è stata effettuata secondo determinati criteri come l’osservazione didattica e l’uso di nuove tecnologie digitali.

La sperimentazione, che partirà dall’anno scolastico 2018/19, comprenderà alcuni cambiamenti all’interno del sistema scolastico italiano, rendendolo in questo modo sempre più simile alla gran parte di quelli europei e americani. Il cambiamento principale sarà dato dall’aumento delle ore curricolari annuali che porterà a conseguenti rientri pomeridiani, con lo scopo di colmare la mancanza del monte ore del quinto anno di studi: dalle circa 900 ore attuali si passerà, infatti, a un ammontare complessivo di circa 1050 ore. Ulteriore differenza con l’odierno sistema scolastico riguarderà i percorsi di Alternanza scuola-lavoro e a tal proposito le ipotesi sono tre: anticipare alcune delle ore al secondo anno di studi, effettuare le esperienze durante la pausa estiva o eseguirle on-line. Maggiore importanza sarà data anche al CLIL (Content and Language Integrated Learning), già presente nelle scuole secondarie superiori italiane, che consiste nell’insegnamento di alcune materie scolastiche in una lingua straniera.

Abbiamo informato gli studenti del nostro Liceo sulle novità proposte dal Ministero riguardo questa sperimentazione, chiedendo ad un campione di 143 allievi il loro parere tramite un questionario anonimo. Nonostante molti fossero poco informati, dal sondaggio è emerso che il 32.2% degli studenti è contrario al cosiddetto “liceo breve”, mentre il 30,8% è favorevole.

Numerosi sono stati i pensieri, sia a favore che contro questo progetto, espressi dagli studenti. «Sicuramente per i primi anni potrebbero esserci dei problemi con il completamento dei programmi -afferma uno degli alunni – accorciando di un anno le scuole superiori; inoltre, gli argomenti da svolgere potrebbero essere affrontati con superficialità a causa della mancanza di tempo». 

«Penso che grazie al “liceo breve” si possa arrivare al raggiungimento degli stessi risultati previsti da un percorso di studi quinquennale in un tempo minore», sostiene al contrario un altro studente.

Ci sono tuttavia altre opinioni che possono essere prese in considerazione, come ad esempio «credo che i cinque anni debbano essere obbligatori per una formazione completa e per preparare maggiormente uno studente all’ingresso nel mondo del lavoro o all’Università». Questa affermazione non è stata del tutto approvata da chi è favorevole alla sperimentazione, infatti «uno dei vantaggi potrebbe essere il fatto che, con il “liceo breve”, uno studente può entrare più velocemente all’Università – asserisce un allievo – e, di conseguenza, può iniziare a lavorare un anno prima».

In seguito all’analisi dei dati e delle opinioni, possiamo affermare che gli studenti si scindono in favorevoli e contrari, dimostrando così di non avere un pensiero uniforme ed omogeneo. Il punto principale di scontro è la possibilità di non essere adeguatamente pronti a causa del poco tempo a disposizione. Il dubbio che tutti si porranno sarà quindi il seguente: saranno le scuole in grado di fornire agli studenti una preparazione sufficiente ed efficace?

Giulia Corsini

Lisa Tulli

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