Visita a Palazzo Atti-Pensi in Piazza Garibaldi
APPRENDISTI CICERONI PER CONTO DEL FAI

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TODI – "Apprendisti Ciceroni" del LiceoSabato 25 e domenica 26 marzo sono state le date scelte dal FAI – la fondazione senza scopo di lucro nata nel 1975 per tutelare, salvaguardare e valorizzare il patrimonio artistico e naturale italiano – per promuovere in tutta Italia le cosiddette “Giornate FAI di Primavera”, evento che privilegia l’apertura di luoghi d’arte di solito non liberamente accessibili al pubblico.

Risalgono a tre anni fa, anche sull’onda del successo della candidatura del Tempio della Consolazione tra i Luoghi del Cuore promossa da Gilberto Santucci, la costituzione di un Gruppo FAI a Todi e la prima partecipazione della città alla FAI Marathon, un’altra delle iniziative del Fondo Ambiente Italiano.

Nel corso del triennio, poi, sono state molteplici le aperture straordinarie di monumenti storico-artistici della nostra città che durante l’anno sono generalmente chiusi o non accessibili ai turisti, magari perché fuori dai consueti circuiti o perché, nella maggior parte dei casi, appartengono a famiglie o enti privati.

Nell’edizione 2015 delle Giornate FAI di Primavera, i volontari del Gruppo FAI Todi hanno aperto le porte della Chiesa di Santa Maria in Camuccia risalente al VII-VIII secolo, delle Gallerie della Fabbrica della Piana e dell’ex Monastero di Montecristo, oggi sede dell’Istituto Agrario “A. Ciuffelli”. Visto l’esito più che positivo dell’iniziativa, i volontari hanno deciso di mettersi in gioco per la seconda volta, e nel 2016 è toccato al rinascimentale Palazzo Pongelli-Benedettoni, alla Chiesa in stile romanico di Sant’Ilario o San Carlo, e alle gallerie sotterranee di Via Cesia, luoghi che hanno richiamato 3.000 visitatori.

 18816309_788142484693752_1113124308_nNell’edizione di quest’anno, invece, è stato aperto al pubblico il Palazzo Atti-Pensi, importante esempio di architettura privata di età rinascimentale che si affaccia su Piazza Garibaldi. Fu edificato nella seconda metà del Cinquecento come dimora signorile di Viviano degli Atti, esponente di una delle più antiche e potenti famiglie di Todi che, tra XV e XVI secolo, aveva influito con il suo potere e il suo prestigio sulle sorti del Comune cittadino.

L’apertura al pubblico ha visto circa 2.000 visitatori, tuderti e non, entrare per ammirare il cortile e il piano nobile interamente decorato con affreschi del XIX secolo; un’apertura che è stata resa possibile grazie alla disponibilità dell’architetto Carlo Pensi, attuale proprietario, alla presenza dei volontari del Gruppo FAI Todi e, nondimeno, all’impegno degli “Apprendisti Ciceroni”. Si tratta degli studenti del Liceo “Jacopone da Todi”, dell’Istituto “L. Einaudi” (indirizzo Turismo) e di alcuni alunni della Scuola secondaria di I grado “Cocchi-Aosta”, che hanno curato le visite guidate, accompagnate dalle note dell’Orchestra della scuola “Cocchi-Aosta” e del Liceo, composta da oltre settanta elementi.

18788726_788148641359803_1919233520_nNel corso del triennio il Gruppo FAI di Todi si è distinto per la partecipazione anche alle Giornate FAI d’Autunno e alle Mattinate FAI per le scuole, e per la promozione di alcuni eventi nell’ambito della Notte Bianca, della Festa Europea della Musica e della Cittadella Agraria d’Autunno.

A Gilberto Santucci, in occasione delle recenti Giornate FAI di Primavera, abbiamo chiesto quale sia lo spirito di quella che è una delle iniziative più importanti del panorama culturale italiano: «Lo spirito distintivo del FAI è quello di un impegno concreto perché il paesaggio italiano, i suoi luoghi e i suoi monumenti, i capolavori d’arte che custodisce e che raccontano la storia, la memoria e l’identità del Paese non vengano dimenticati, ma siano protetti, rispettati e valorizzati».
Un bilancio “numerico” di questi tre anni? «Una quindicina di luoghi aperti, alcuni dei quali sconosciuti alla maggior parte degli stessi tuderti, con un pubblico tra gli 8 e i 10 mila visitatori e centinaia di studenti coinvolti sia come Apprendisti Ciceroni che come fruitori dei beni aperti».

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