Diventa un e-book il progetto “I Castelli e i Borghi del territorio di Todi”
NELLA RETE DELL’UNESCO

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TODI – Un viaggio nella storia e nell’arte per stimolare la consapevolezza di appartenenza al proprio territorio e offrire nuovi strumenti per scoprire e amare il proprio patrimonio artistico e culturale. È questo l’obiettivo principale del progetto “I Castelli e i Borghi del territorio di Todi” elaborato da Monica Castrichini, responsabile del progetto e docente di Storia dell’arte del Liceo “Jacopone da Todi”. Il titolo prende spunto dall’opera di Franco Mancini Todi e i suoi castelli.

Collepepe, Fiore, Izzalini, Collevalenza, Ilci e molti altri sono i paesi nelle campagne di Todi che gli studenti sono andati a descrivere, appropriandosi di conoscenze storiche, archeologiche, geologiche, naturalistiche e antropologiche, con l’obiettivo di trasmettere alle nuove generazioni il valore dell’impegno civico per la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale e linguistico, materiale e immateriale del proprio ambiente. Varie classi degli indirizzi classico (2AC e 3AC), scientifico (3BS) e scienze umane (3ASU, 4ASU, 4BSU) hanno partecipato all’iniziativa, valida ai fini dell’Alternanza scuola-lavoro, e poiché molti studenti provengono da altri Comuni sono state prese in considerazione anche le vicine realtà di Massa Martana, Marsciano e Acquasparta. Determinante anche il contributo di esperti: Filippo Orsini, direttore dell’Archivio Storico di Todi, ha spiegato come è strutturato l’Archivio e come si fa una ricerca sui castelli tuderti, partendo dai documenti antichi in esso contenuti, a cominciare dal Catasto del 1290, e mostrando documenti e piante antiche; Francesco Campagnani ha mostrato i documenti dell’Archivio vescovile; l’architetto Roberto Baccarelli ha analizzato la struttura dei castelli antichi; l’archeologo Valerio Chiaraluce ha trattato una via di comunicazione importante per il nostro territorio quale la via Amerina; Patrizia Marirossi, infine, si è soffermata sulla musica antica dei castelli.

Il prodotto finale è stato un e-book contenente le relazioni sui castelli, in qualche caso dotate di un abstract in inglese, francese, tedesco, polacco e arabo, realizzato da alcuni ragazzi delle classi 4AL, 4BL e 4ASU. Un’idea che piace e fa piacere agli abitanti le bellezze di cui non sapeva l’esistenza. Un arricchimento e una valorizzazione di Todi. Per tutti.

«Questo progetto – afferma il dirigente scolastico Sergio Guarente – ha permesso al nostro Liceo di essere inserito nella rete nazionale delle Scuole Unesco che offre agli studenti diverse opportunità di scambi culturali e didattici. Un progetto che si inscrive dunque nella peculiare attenzione del nostro Liceo nei confronti del patrimonio artistico e culturale del territorio, testimoniata anche dalla partecipazione dei nostri studenti, in qualità di “Apprendisti Ciceroni”, alle Giornate FAI di Primavera del 25 e 26 marzo 2017 (vedi, in questo numero, l’articolo di Elena Lazzoni)».

«È stato un lavoro di squadra- aggiunge Monica Castrichini- con i ragazzi, con gli esperti esterni e con i colleghi del Liceo che hanno contribuito al lavoro».

«Lavorare alla realizzazione di “I Castelli e i Borghi del territorio di Todi”- afferma lo studente Vittorio Scanu – è stata un’esperienza fuori del comune. Sono stato contattato dalla referente del progetto verso dicembre per partecipare a un progetto che avrebbe mirato alla redazione di una sorta di catalogo dei castelli della zona di Todi e dintorni. Ho trovato l’iniziativa davvero interessante per acquisire anche maggiore consapevolezza di tesori spesso dimenticati che costellano la nostra zona. Trattando in particolare di quello che è stato affidato a me, Collevalenza, ho scoperto fatti che non avrei mai creduto questo castello avesse potuto vedere. Conflitti, conversioni, corti e trame sottili che abbiamo potuto approfondire grazie al supporto di docenti ed esperti che ci hanno parlato del contesto storico-culturale, architettonico e musicale. Un’iniziativa davvero unica per entrare in possesso del proprio patrimonio culturale e portare nuovo interesse in una generazione come la nostra, erede senza alcun merito o impegno».

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