Grandissima esperienza, bravissimi ragazzi, sempre attenti e veramente super gli accompagnatori. Un grazie particolare al Dirigente prof. Sergio Guarente, alla segreteria che mi ha supportato e “sopportato” durante tutta la fase organizzativa, grazie a quanti, genitori e allievi, hanno creduto nel progetto e ne hanno apprezzato e condiviso finalità e obiettivi. Al prossimo anno…pronti?
Idea ottima quella di coinvolgere i ragazzi nel progetto di
Miglioramento delle condizioni in cui versa attualmente il chiostro, ma non basta. La pavimentazione, l’illuminazione e gli escrementi dei piccioni sono problematiche che i ragazzi non possono risolvere. Occorre una regia che sappia coniugare la capacità di saper restaurare un edificio storico e al contempo faccia business per procacciare il denaro indispensabile per i lavori di manutenzione. La soluzione non pioverà dal cielo. Quante sono infatti le probabilità che qualche maison del lusso restauri Il chiostro così come è stato fatto con Trinità dei Monti a Roma?
Un’esperienza eccezionale. E un grande senso di comunità.
Complimenti agli organizzatori, in particolare al nostro prof. Scimmi, e a tutti i ragazzi che si sono schierati in prima linea per segnare questo record!
Sono di parte, inutile negarlo, ma questo articolo mi ha veramente commosso perché tra le sue righe ho rivisto una mattina di primavera in cui, in un momento di pausa, un mio studente mi stava gironzolando intorno mentre rileggevo le bozze del libro, inondandomi di domande…Era ed è molto curioso e ricordo di aver pensato a quanto fosse importante possedere questa peculiarità. Poi l’ho incontrato di nuovo a metà dicembre, seduto sulle scale del liceo ai piedi dell’Aula Magna, lo zaino ai suoi piedi. IL primo arrivato alla presentazione del libro. Poi mi ritrovo ad essere intervistata da lui, sensazione stranissima per una ex giornalista. Infine la concretizzazione di quella chiacchierata: un pezzo che ha fatto vibrare le corde del mio cuore, facendo commuovere anche la mia bambina di dieci anni. Grazie Pietro e grazie Susi, che sai guidare così bene questi ragazzi!
Grazie innanzitutto per l’intervista.
So bene che del ’68 si parla ancora troppo e spesso a sproposito, forse questa intervista può aiutare a valutarlo con maggiore consapevolezza.
Un paio di precisazioni a proposito delle foto.
1) Quella di Mario Mirabassi con l’immagine del “Che” non rappresenta una “linea” politica del “Pozzo Antico”, che non ne aveva, ma semplicemente un suo tributo a un’icona dell’impegno politico totale e disinteressato, come del resto anche oggi succede, anche dall’estrema destra, verso questo personaggio.
2) La Volkswagen Maggiolino non era il “mezzo di trasporto” del Pozzo, ma l’auto di un nostro amico, P.S., emigrato a Berlino, il quale, folgorato dal ’68 tedesco e tornato in estate per un breve periodo a Todi, subì la nostra reazione di provincialotti dopo il suo racconto sulle meraviglie del “movimento” teutonico.
Grandissima esperienza, bravissimi ragazzi, sempre attenti e veramente super gli accompagnatori. Un grazie particolare al Dirigente prof. Sergio Guarente, alla segreteria che mi ha supportato e “sopportato” durante tutta la fase organizzativa, grazie a quanti, genitori e allievi, hanno creduto nel progetto e ne hanno apprezzato e condiviso finalità e obiettivi. Al prossimo anno…pronti?
Idea ottima quella di coinvolgere i ragazzi nel progetto di
Miglioramento delle condizioni in cui versa attualmente il chiostro, ma non basta. La pavimentazione, l’illuminazione e gli escrementi dei piccioni sono problematiche che i ragazzi non possono risolvere. Occorre una regia che sappia coniugare la capacità di saper restaurare un edificio storico e al contempo faccia business per procacciare il denaro indispensabile per i lavori di manutenzione. La soluzione non pioverà dal cielo. Quante sono infatti le probabilità che qualche maison del lusso restauri Il chiostro così come è stato fatto con Trinità dei Monti a Roma?
Un’esperienza eccezionale. E un grande senso di comunità.
Complimenti agli organizzatori, in particolare al nostro prof. Scimmi, e a tutti i ragazzi che si sono schierati in prima linea per segnare questo record!
Sono di parte, inutile negarlo, ma questo articolo mi ha veramente commosso perché tra le sue righe ho rivisto una mattina di primavera in cui, in un momento di pausa, un mio studente mi stava gironzolando intorno mentre rileggevo le bozze del libro, inondandomi di domande…Era ed è molto curioso e ricordo di aver pensato a quanto fosse importante possedere questa peculiarità. Poi l’ho incontrato di nuovo a metà dicembre, seduto sulle scale del liceo ai piedi dell’Aula Magna, lo zaino ai suoi piedi. IL primo arrivato alla presentazione del libro. Poi mi ritrovo ad essere intervistata da lui, sensazione stranissima per una ex giornalista. Infine la concretizzazione di quella chiacchierata: un pezzo che ha fatto vibrare le corde del mio cuore, facendo commuovere anche la mia bambina di dieci anni. Grazie Pietro e grazie Susi, che sai guidare così bene questi ragazzi!
Grazie innanzitutto per l’intervista.
So bene che del ’68 si parla ancora troppo e spesso a sproposito, forse questa intervista può aiutare a valutarlo con maggiore consapevolezza.
Un paio di precisazioni a proposito delle foto.
1) Quella di Mario Mirabassi con l’immagine del “Che” non rappresenta una “linea” politica del “Pozzo Antico”, che non ne aveva, ma semplicemente un suo tributo a un’icona dell’impegno politico totale e disinteressato, come del resto anche oggi succede, anche dall’estrema destra, verso questo personaggio.
2) La Volkswagen Maggiolino non era il “mezzo di trasporto” del Pozzo, ma l’auto di un nostro amico, P.S., emigrato a Berlino, il quale, folgorato dal ’68 tedesco e tornato in estate per un breve periodo a Todi, subì la nostra reazione di provincialotti dopo il suo racconto sulle meraviglie del “movimento” teutonico.
Appuntamento al primo marzo.
Luciano Priori Friggi
Brava fanny, futura giornalista
Grazie mille del complimento, signora Simonetta
Molto interessante:)