AD IMPERITURA MEMORIA

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Todi – Lunedì 27 novembre, presso la Sala del Consiglio dei Palazzi Comunali, è stata conferita la Cittadinanza Onoraria a Liliana Segre, senatrice a vita e sopravvissuta al lager di Auschwitz. Un gesto che va oltre l’aspetto formale, trasmettendo un potente messaggio di pace e riflessione sulla tragica memoria della Shoah.

Liliana Segre, inviando un messaggio alla città tramite la professoressa Milena Santerini, Vice Presidente della Fondazione Memoriale della Shoah, ha sottolineato l’importanza di mantenere viva la memoria di eventi così dolorosi. La professoressa Santerini, inoltre, terrà una conferenza dal titolo “La Memoria della Shoah e l’antisemitismo oggi“, rivolta in particolare agli studenti delle scuole superiori di Todi, per promuovere la consapevolezza storica tra le nuove generazioni. La Senatrice ha condiviso la sua preoccupazione per il futuro, esprimendo il timore che, con il passare del tempo, la Shoah possa essere dimenticata, citando l’esempio del genocidio degli armeni.

La senatrice a vita ha esposto la sua profonda vicinanza riguardo gli eventi attualmente in corso nel Medio Oriente, sottolineando soprattutto il tragico impatto della guerra e della violenza sulla vita dei bambini, diventati vittime a causa delle ostilità tra i genitori. Il messaggio che la Segre vuole che passi è l’importanza della storia; c’è bisogno di combattere l’antisemitismo superando il passato.

Il Sindaco di Todi, Antonino Ruggiano, ha sottolineato che il conferimento della cittadinanza onoraria è un gesto orientato al futuro, mirato a trasmettere un messaggio di pace e democrazia. Ruggiano ha sottolineato l’impegno della città contro ogni forma di odio e intolleranza, affermando che questa onorificenza è un tributo alle nuove generazioni.

Nata il 10 settembre 1930 a Milano, Liliana Segre è di origine ebraica; la sua vita è stata segnata da esperienze estreme durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale. Nel 1943, all’età di 13 anni, Liliana fu deportata con il padre Alberto Segre al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau. Mentre la madre e il fratello non sopravvissero alle persecuzioni naziste, Liliana miracolosamente riuscì a sopravvivere fino alla liberazione del campo nel 1945. Dopo la guerra, tornò in Italia e si dedicò alla ricostruzione della sua vita; ha studiato e lavorato come insegnante. Il suo impegno nella testimonianza dell’Olocausto è emerso più tardi, quando ha deciso di condividere la sua esperienza per educare le generazioni future sulla tragedia dell’Olocausto e per combattere l’antisemitismo.

L’11 gennaio 2018, Liliana Segre è stata nominata senatrice a vita dal Presidente italiano Sergio Mattarella, in riconoscimento del suo impegno nel promuovere la memoria storica e combattere l’odio. La nomina a senatrice a vita le conferisce il diritto di sedere a vita al Senato italiano. Liliana Segre è diventata un simbolo di resilienza e forza di fronte alle avversità. Ha dedicato la sua vita ad educare le persone sulla tragedia dell’Olocausto, promuovendo la tolleranza e la comprensione interculturale. La sua testimonianza è un richiamo alla memoria storica e un monito contro l’odio e l’intolleranza.

Liliana e il papà Alberto

Questa donna incarna la forza, la resistenza e la straordinaria capacità umana di riemergere dall’oscurità dei momenti più bui. La sua vita, segnata da questa enorme tragedia, è una testimonianza viva di come l’individuo possa trovare la forza di andare avanti, nonostante le avversità più estreme.

La decisione di condividere la sua storia e di impegnarsi nella promozione della memoria dell’Olocausto è un atto di coraggio e altruismo. Liliana non è solo una sopravvissuta, ma anche una guida morale che ci ricorda l’importanza di opporci all’ingiustizia e di promuovere la comprensione tra le persone. Liliana Segre, con la sua forza interiore e il suo impegno instancabile, è una fonte di ispirazione per tutti coloro che cercano di trasformare il dolore in azione positiva. La sua storia è un richiamo costante alla nostra responsabilità collettiva di costruire un mondo basato sulla tolleranza, sulla comprensione reciproca, ma soprattutto sulla pace.

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