Nella mattinata del 31/10/2023 varie classi del nostro istituto si sono dirette alla proiezione del film “Io capitano” presso il cinema Nido dell’Aquila di Todi: un film che ha offerto a studenti (e professori) lo spunto per riflettere su numerose tematiche umanistiche e umanitarie al tempo stesso.
Seydou è un ragazzino di 16 anni che insieme a suo cugino Moussa pianifica di lasciare il Senegal e arrivare in Europa per diventare un cantante di successo: i due partono di nascosto con un po’ di soldi in tasca e non troppa consapevolezza di ciò che li attende.
Matteo Garrone si sofferma sul raccontare la vera e propria odissea affrontata dal protagonista, le ragioni e le ripercussioni di questa, fino all’arrivo in Italia, tramite un’introspezione psicologica affascinante sebbene in certi punti un po’ “sacrificata”, non sviluppata come l’autore di Gomorra avrebbe potuto fare: numerose (meravigliose) scene oniriche vengono recise per non cadere troppo nel patetismo e seguendo un rigorismo forse un po’ eccessivo.
In ogni caso offre sicuramente la possibilità di immedesimarsi in un ragazzino che vuole le stesse opportunità dei suoi coetanei dall’altra parte del globo e se le va a prendere proprio lì, prima con ingenuità e poi con determinazione, preoccupandosi prima solo di sé e poi di un’intera barca stracolma di centinaia di persone che vogliono la stessa cosa: una nuova vita.
Credo che dopo aver visto questo film sia difficile chiedere “perchè non li aiutiamo a casa loro”: Garrone ci lascia un messaggio importante, sviluppando in due ore di film “solo” la parte del viaggio (durato circa un mese), facendo capire allo spettatore quanta sofferenza, fatica, coraggio e fortuna ci siano dietro a coloro che giungono in Europa su un barcone semirotto lottando fino allo stremo delle forze per sopravvivere, per abbandonare un Paese che non dà loro alcun futuro, per agguantare quello spiraglio di possibilità che per quanto piccolo e debole, c’è.
Lascia un commento