Un altro ‘diamante’ torna a splendere sulla corona della città di Todi
LA TERRAZZA DEL NIDO DELL’AQUILA.

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TODI- Dopo anni di chiusura,  è tornata alla comunità tuderte la terrazza inferiore del Nido dell’Aquila, collocata all’interno del bellissimo complesso delle Lucrezie. I lavori sono durati oltre due anni e hanno visto varie fasi: vi sono stati interventi legati al restauro con tecnica conservativa delle antiche pietre, delle mura urbiche e di tutti gli spazi adiacenti, poi un’altra parte esclusivamente dedicata, invece, all’illuminotecnica e all’impiantistica. A questo proposito sono stati completamente sostituiti i vecchi lampioni, desueti e assolutamente inadatti alla tipologia di spazio, con una luce non invasiva a led collocata nascosta, in maniera da non essere direttamente visibile ma da generare una luce omogenea che valorizzasse al meglio tutta la terrazza. Questi lavori sono stati resi possibili da un finanziamento richiesto dal Comune di Todi attraverso la Regione Umbria per gli attrattori culturali, fondi specifici destinati alla riqualificazione di spazi culturali importanti per i comuni della nostra regione. Questo finanziamento nell’ambito degli attrattori culturali ha permesso di dare un nuovo volto alla terrazza del Nido dell’Aquila che tra l’altro è inserita in un vero e proprio polo culturale, probabilmente il secondo polo culturale più importante della città dopo la Piazza del Popolo, che racchiude importanti palazzi della nostra storia e  vede la presenza del Museo Civico, della Pinacoteca comunale e delle cisterne romane.

Abbiamo chiesto all’assessore Claudio Ranchicchio cosa pensa di questo nuovo diamante incastonato nella corona di Todi.

L’ assessore Claudio Ranchicchio

Il complesso delle Lucrezie è finalmente completo?

 Con lo sviluppo del Nido dell’Aquila, esso è diventato il secondo polo culturale a tutti gli effetti  di Todi; al suo interno possiamo trovare la meravigliosa terrazza di cui parliamo che è stata appena restaurata, possiamo trovare la sala del Torcularium, recuperata sempre attraverso il finanziamento degli attrattori culturali nel 2018 dall’ amministrazione Ruggiano, che ha visto la creazione di un vero e proprio nuovo spazio espositivo per importanti mostre al suo interno. In questi due anni l’assessorato alla cultura da me presieduto vi ha organizzato ben 8 mostre: quattro di riflesso internazionale, tre di riflesso nazionale e una dedicata ad un autore locale. Sempre all’interno del complesso c’è il bellissimo Museo Lapidario, esso non è altro che una collezione ricchissima di tutte le pietre che narrano la storia di Todi. Si parte dal periodo etrusco per passare a quello romano – Todi ha infatti vissuto un florido periodo come Colonia Julia Fida – per arrivare, poi, a pietre, importanti bassorilievi, iscrizioni e recuperi da scavi del periodo posteriore a quello romano,  dall’Alto Medioevo al Basso, a una collezione di pietre seicentesche e settecentesche e, infine, a reperti  del diciannovesimo secolo. Altro luogo importante all’interno di questo complesso è il bellissimo teatro del Nido dell’Aquila, realizzato in stile moderno a fine Ottocento: è un piccolo gioiello di 170 posti perfettamente conservato e mantenuto. Di recente ha visto alcuni lavori che hanno permesso di essere utilizzato sia come cinema della città, perché Todi dal 2017 non aveva più il suo cinema e quindi abbiamo lavorato a ricrearne uno all’interno di questo bellissimo teatrino, sia per alcuni spettacoli teatrali dedicati alle scuole oppure meno adatti al Teatro Comunale e dunque proposti in questo scenario. E sempre in tema di bellezza ed importanza di questo polo, come non parlare anche della Terrazza Superiore, con un affaccio delimitato da due colonnati e da due coppie di colonne, un bellissimo davanzale che affaccia in un panorama che scopre fino al Monte Peglia da una parte e Titignano dall’altra? Dobbiamo però dire che la terrazza inferiore di cui parlavamo all’inizio è un po’ la ciliegina sulla torta perché è lo spazio aperto forse più grande e più bello, anche se non è facilmente fruibile in quanto è collocato in basso rispetto a tutto il resto del complesso, però ha un accesso laterale e quindi faciliterebbe meglio l’ingresso del pubblico.

L’ingresso ai locali interni

Che progetti ci sono per il futuro della terrazza?

Al momento l’amministrazione comunale, dopo la sua inaugurazione, lo ha utilizzato solo per la presentazione di un volume del professor Enrico Menestò, ma in questo momento è allo studio la possibilità di altre destinazioni. Destinazioni che avranno a che fare con la cultura in tutti i suoi sviluppi e possibili collegamenti, compresa l’enogastronomia coniugata alla bellezza del paesaggio e al richiamo turistico.  Proprio per questo stiamo valutando l’opportunità di un apposito bando che, dopo attento studio, emaneremo nella primavera 2021 per destinare la terrazza appunto a uno di questi utilizzi o, perché no, a tutti questi utilizzi contemporaneamente. Ovviamente ci vorranno soggetti deputati a fare questo, qualificati e preparati e l’amministrazione comunale valuterà attentamente eventuali proposte che ci arriveranno. Di sicuro uno dei possibili fruitori potrebbe essere Coop Culture, che attualmente gestisce gli spazi più importanti della città di Todi e a livello nazionale gestisce alcuni dei più importanti capolavori storici dell’Italia: penso al Colosseo, penso agli scavi di Pompei o al sistema museale della città di Padova. Questa potrebbe essere una soluzione, ma non è detto che poi sia solamente Coop Culture a farlo. Potrebbe agire insieme ad altri soggetti oppure potrebbero operare altri soggetti privati dopo aver valutato il bando.

Siamo certi che con il recupero di tanti spazi importanti della città, attraverso gli attrattori culturali ma non solo, l’offerta turistica di Todi ne beneficerà molto.

La trifora posta sul parapetto laterale della terrazza

Ora che il complesso delle Lucrezie è completato, esso diventerà un grande centro di attrazione per l’aumento del turismo in città?

Bisogna ricordare che il 2018 e 2019 sono stati due anni positivi per il turismo con segno + rispetto agli anni precedenti con rispettivamente un +4% di presenze rispetto all’anno precedente nel 2018  ed un +6% rispetto all’anno precedente nel 2019. Nel 2020 questi dati saranno difficilmente raffrontabili per l’emergenza covid, possiamo però trarre grande auspicio per il futuro dato che nei  tre mesi estivi nei quali gli spazi culturali sono stati aperti a pieno regime ed è ripartito il turismo In Italia si è fatto registrare un vero e proprio boom con un’estate incredibile che non ha avuto eguali negli ultimi vent’anni per le presenze. Gli auspici sono ottimi anche con gli ultimi eventi di settembre e ottobre, andati molto bene con mostre importanti di artisti contemporanei come Roberto Bernardi con una mostra sul 900 è un’importante mostra del fotografo John Pepper. La seconda ondata covid ha rallentato questo processo ma siamo già pronti per il 2021 a mettere in campo la nostra programmazione. Crediamo che il Nido dell’Aquila sia davvero uno dei posti più belli, incantevoli e  meravigliosi della nostra città ed è stato finalmente restituito alla visita di turisti e tuderti  e che ciò sia stato davvero un importante passo avanti.

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