DIVERSI, MA UGUALI

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“E’ ora che voi giovani cominciate a preoccuparvi di tutto ciò che succede nel nostro mondo, non solo di quello che interessa a voi!”

Quante volte vi è capitato di sentire una frase simile? Magari da un vostro genitore, parente, insegnante o anche solo dall’anziana signora che prende l’autobus alla vostra stessa fermata. Ma in realtà, quanto ne sanno i giovani su cosa è successo, nel corso di questo lungo e terribile 2020?

Di fatti ne sono accaduti sin troppi; tuttavia delle notizie che più di tutte hanno fatto scalpore ci sono sicuramente quelle legate alle proteste tenutesi in varie città della nostra penisola nello scorso mese di ottobre; proteste legate alla rabbia di numerosi lavoratori che, in virtù delle numerose restrizioni governative anti-covid, hanno deciso di scendere in piazza e far sentire la propria voce e, qualche volta, anche il suono delle bombe carta.

Perciò abbiamo deciso di sentire il parere di quattro ragazzi 17enni, accomunati a due a due da una stessa situazione familiare economica e lavorativa.

Di queste quattro intervisto abbiamo selezionatala più rappresentativa delle situazioni di entrambi, per capire non solo quanto effettivamente siano a conoscenza di questa situazione, ma di quanto un background familiare differente uno dall’altro, possa influenzare il pensiero di noi ragazzi.

Qui di seguito l’intervista a Silvana (nome di fantasia ndr), “rappresentante” della coppia di ragazzi i cui genitori non hanno avuto modo di continuare a lavorare durante i lockdown.

Per iniziare facciamo una domanda forse un po’ scontata, ma ugualmente importante: l’attuale situazione Covid, che ormai va avanti da quasi un anno, ti preoccupa?

In tutta sincerità sì, molto. In questo periodo sto iniziando a programmare come sarà il mio futuro post liceo, tuttavia più andiamo avanti più mi accorgo di quanto la situazione sanitaria sia diventata ingestibile e stia sfuggendo di mano. Quindi direi proprio di sì, ho paura per il mio futuro.

Entriamo ora un po’ più nel vivo dell’intervista, posso chiederti che lavoro fanno i tuoi genitori?

Certamente, mia madre lavora come banconista in un panificio di paese, mentre mio padre è un commerciante, gestisce un piccolo negozio d’abbigliamento ereditato dal padre.

Dunque, economicamente parlando, come vi potreste definire?

Posso con sicurezza affermare che sono entrambi lavori che ti consentono di mandare avanti normalmente una famiglia piccola come la nostra. Tuttavia, adesso che il centro delle attività commerciali si è spostato nelle grandi città, negozi di paese come il nostro, sono punti di riferimento ormai solo per persone anziane e  non possono sicuramente reggere il confronto con i grandi marchi odierni.

Quindi i tuoi genitori, fatta eccezione per tua madre, durante questi periodi di lockdown, non hanno avuto modo di lavorare, giusto?

Ai tempi del primo lockdown mia madre lavorava ancora nel negozio di famiglia, perciò sono stati entrambi fermi. L’unica risorsa che abbiamo avuto è stato un bonus di 600 euro (bonus commercianti ndr) che lo stato ha dato a mio padre, ma che si è rivelato essere utile solo per pagare qualche bolletta.

Precedentemente hai accennato al fatto che segui le notizie, nello specifico di cosa ti interessi?

Soprattutto di attualità, in particolare notizie legate al Covid, non solo come si evolve la situazione epidemiologica e sanitaria, ma anche decreti speciali, principalmente per rendermi conto di quanto questa situazione stia avendo delle ripercussioni in vari ambiti.

Allora credo proprio che tu sia a conoscenza delle varie proteste che si sono tenute lo scorso ottobre in varie città italiane, la causa, e chi soprattutto vi ha preso parte.

Si, chiaramente le centinaia, anzi, migliaia, di persone che, a causa delle nuove restrizioni governative, sono state costrette a interrompere il proprio lavoro o che, peggio ancora, sono state licenziate o hanno dovuto chiudere definitivamente la propria attività vista la prolungata chiusura e le onerose spese da affrontare.

Insomma, gente che ha rispettato le normative, ma che adesso è stanca di aspettare gli aiuti che le sono stati promessi e esige fatti concreti.

Ti sei fatta un tuo pensiero al riguardo, ritieni giuste queste proteste?

Assolutamente sì, capisco benissimo la loro rabbia. Infatti io e mia madre abbiamo vissuto a Como, nelle immediate vicinanze della zona più colpita e proprio durante la prima ondata del virus, provando sulla nostra pelle cosa vuol dire perdere il lavoro con la costante paura di finire prima o poi per strada.

Hai mai preso parte ad una di queste e/o conosci qualcuno che vi ha partecipato?

Personalmente no, non avendone mai avuto l’occasione, però conosco persone che sono scese in piazza solo per il gusto di creare disordini e scatenare il caos. Però so di per certo che, se avessi potuto, anch’io sarei scesa a far sentire la mia voce.

Parlando invece di chi è andato a “protestare” solo per peggiorare la già difficile situazione in cui versa il Paese, cosa ne pensi di loro?

Immaturi, ragazzini che non hanno il minimo rispetto né per gli altri, né per loro stessi, sciacalli che si sono approfittati della situazione per rubare nei negozi di quegli stessi commercianti che erano invece a manifestare per una giusta causa.

Come immagino tu saprai, almeno in un primo momento, le proteste sono state tutt’altro che pacifiche, trovi giustificabile le azioni dei manifestanti, specialmente in un momento così pericoloso per la salute di tutti?

Non reputo la violenza un mezzo adatto per comunicare qualcosa, anzi, non porta assolutamente a nessun risultato. Se giustifico la loro rabbia anche in questo caso? Certo che sì, la rabbia, come detto, è tanta, e non sempre si riesce a contenere. Se vuoi scendere a manifestare,  devi essere consapevole dei rischi ai quali tu vai incontro e dei pericoli in cui potresti coinvolgere altre persone.

E se invece ci fossi stata tu al posto del Presidente del Consiglio, cosa avresti gestito diversamente?

Avrei sicuramente gestito i soldi pubblici in maniera completamente diversa. Secondo me la maggior parte delle risorse finanziarie andava impiegata come fondi da dare mensilmente alle famiglie in difficoltà.

In conclusione, queste proteste hanno portato a qualcosa? Il governo ha finalmente esaudito le richieste di queste persone di cui abbiamo parlato?

Se qualcosa sia effettivamente cambiato, a livello nazionale, non te lo so dire con certezza; posso solo dirti che, da ciò che vedo nella mia quotidianità, nulla è cambiato, anzi sotto certi aspetti la situazione mi sembra anche peggiorata.

Bene Silvana, grazie mille per il tuo tempo e in bocca al lupo per tutto.

La seconda intervista è invece il frutto delle altre due, che vedono come protagoniste una coppia di ragazze i cui genitori hanno avuto la fortuna di poter continuare a lavorare durante i periodi di lockdown.

Delle due abbiamo scelto quella di Angelica (altro nome di fantasia ndr), essendo quella che riassume, in modo più diretto e conciso il pensiero comune di entrambe.

L’attuale situazione Covid, che si protrae nel nostro paese ormai quasi da un anno, ti preoccupa?

Chiaramente mi sento molto limitata durante questo periodo, vorrei fare tante cose, ma mi rendo conto che, purtroppo non è possibile.

Di cosa si occupano i tuoi genitori?

Mia madre è un’insegnante, mentre mio padre lavora come impiegato comunale.

Da un punto di vista economico dunque, come collocheresti la tua famiglia?

Abbastanza fortunati, i miei genitori hanno sempre avuto uno stipendio fisso, perciò non abbiamo mai avuto grandi problemi da questo punto di vista.

Durante questo periodo di lockdown, quindi, i tuoi genitori hanno continuato a lavorare tranquillamente, giusto?

Sì, sono stati in grado di continuare il proprio lavoro grazie allo smart working.

Per quanto riguarda te invece, ti tieni informata circa le varie notizie, ad esempio attraverso telegiornali, smartphone ecc?

Sì, certamente, rimanere aggiornati in merito a cosa succede nella nostra società lo ritengo di fondamentale importanza

Su cosa ti informi maggiormente?

Principalmente dati locali, anche riguardo i nuovi decreti e normative ministeriali e, chiaramente, sulla scuola; attualità in generale.

Dunque saprai anche delle proteste scoppiate lo scorso Ottobre in varie città della nostra penisola, e chi ne sono stati i protagonisti

Si. La gente che non riesce più a lavorare a causa proprio delle misure restrittive.

Cosa ne pensi al riguardo, le ritieni necessarie in un momento di crisi sia economica che sanitaria come questa?

A mio parere non è assolutamente il modo per risolvere le cose, anzi, può solo aggravare la situazione epidemiologica; assembrarsi per strada, spesso senza mascherina, può solo aggravare il già vertiginoso numero di contagi che abbiamo qui in Italia.

All’interno della tua famiglia, invece, avete avuto modo di parlare di queste proteste e magari anche dell’attuale situazione economica italiana?

Sì, più o meno, non tanto delle proteste, quanto delle varie problematiche economiche legate ad esse.

Quindi non mi sapresti dire la loro posizione riguardo le manifestazioni?

Purtroppo no.

Dalle tue risposte deduco quindi che tu non vi abbia mai partecipato, conosci invece qualcuno che l’ha fatto?

No, nessuno.

Se invece la tua famiglia si fosse trovata nelle stesse condizioni economiche di chi non è stato così fortunato, sareste scesi anche voi per far sentire la vostra voce?

Ritengo che il Covid sia un problema ben più grande in questo momento, e che le misure prese dal governo siano strettamente necessarie, perciò, almeno io, non sarei andata a protestare comunque.

Reputi, invece giustificabile la rabbia e la violenza con cui si sono svolte alcune di queste manifestazioni?

Come detto prima, la situazione Covid, a mio parere, va messa davanti a tutto, in questo momento, a maggior ragione non ritengo assolutamente giustificabile qualsiasi tipo di protesta, oltretutto violenta.


Parlando invece di chi è andato a “protestare” solo per peggiorare la già difficile situazione in cui versa il Paese, cosa ne pensi di loro?

Sicuramente molto poco intelligenti, hanno messo a repentaglio la vita di molte persone ingiustamente, solo magari per andare a rubare e generare scompiglio.

Andiamo invece con una domanda un po’ più impegnativa, se fossi tu al posto del Presidente del Consiglio, cosa, di questa situazione, avresti gestito diversamente?

Avrei sicuramente investito i soldi pubblici in modo più corretto, finanziando magari le famiglie in difficoltà.

In conclusione, secondo te, queste proteste hanno portato a dei cambiamenti effettivi, tu, almeno, hai notato qualche miglioramento?

Onestamente non lo so, ma da quanto sono riuscita ad apprendere in giro e dalle varie notizie, non mi sembra sia cambiato, né tantomeno migliorato qualcosa.

Contrariamente a quanto si crede, da come abbiamo visto, i giovani, sembrano avere una maggiore consapevolezza e capacità di sviluppare un proprio pensiero critico. Inoltre, per quanto queste opinioni possano sembrare inconciliabili tra loro poiché (come in questo caso) influenzate dal proprio scenario familiare, si dimostrano essere, alla fine, ben più simili del previsto.

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