In scena con “La sorella di Shakespeare”
DUPLICITÀ DI GENERE

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TODI – La sorella di Shakespeare, liberamente tratto dalle opere di William Shakespeare, con la drammaturgia di Francesco Torchia e la regia di Silvia Bevilacqua, storici animatori del Laboratorio “Liminalia”,  si svolgerà venerdì 1° giugno 2018, presso il Teatro comunale di Todi, con due rappresentazioni, la prima alle ore 11.00 per la comunità scolastica, e la seconda alle ore 21.00 per l’intera cittadinanza.

“La sorella di Skakespeare” è una scrittura drammaturgica originale che monta alcune scene tratte dall’opera del Bardo di Stratford On Avon in una cornice narrativa inventata. La suggestione di partenza nasce da un passo di Virginia Woolf contenuto nel testo Una stanza tutta per sé (pubblicato nel 1929): «Lasciatemi immaginare, visto che i fatti sono così difficili da ricostruire, che cosa sarebbe accaduto se Shakespeare avesse avuto una sorella straordinariamente talentuosa, dal nome di Judith, poniamo».

Nella foto Francesco Torchia e Silvia Bevilacqua.

Sulla scia di questa supposizione visionaria abbiamo immaginato che Judith, sorella di fantasia di Shakespeare, dotata del suo stesso talento, avesse fondato una compagnia di sole donne e con esse avesse dato vita a tutte le opere del fratello, scrivendole e mettendole in scena.
Un rovesciamento non privo di conseguenze anche sull’ordine delle questioni sociali e politiche. È noto, infatti, il divieto alle donne- in auge nell’epoca elisabettiana- di far parte di compagnie teatrali e di calcare le scene. Ebbene contro questo divieto, usando il sotterfugio del travestimento, si muovono sulla nostra scena immaginaria Judith e la sua compagnia tutta al femminile. Così, lungo l’itinerario che attraversa i tempi e i luoghi dell’Inghilterra scespiriana, vanno prendendo corpo, componendosi e rappresentandosi, le opere del grande drammaturgo inglese. Con una variante e un taglio appena appena diverso: la figura della donna, alla luce dell’interpretazione di Judith e compagne, acquista un rilievo differente mostrando lo sforzo di sottrarsi alle imposizioni sessiste dell’epoca e che, ahimé, in modalità originali, spesso sopravvivono ancora oggi.

La Rosalinda di Come vi piace, l’Ofelia dell’Amleto, Amleto stesso interpretato da una donna, la Giulietta di Romeo e Giulietta, la Caterina della Bisbetica domata, le comari Ford e Page delle Allegre comari di Windsor diventano tessere di un mosaico che compone e dà vita ad una figura e ad un ruolo di donna assai diverso da quello imposto e stereotipato, ben adattandosi alla fresca e attuale interpretazione del gruppo di giovani donne che in larga maggioranza ha costituito l’ensemble di partecipanti del laboratorio teatrale di quest’anno.

Francesco Torchia

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