Il turismo c’è, ma il commercio langue.
ROSSINI: «RILANCIARE I SERVIZI»

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TODI- E’ positivo l’andamento dei flussi turistici nella città di Todi negli ultimi anni. I dati resi noti dall’amministrazione comunale permettono di individuare potenzialità molto alte: se nel 2009 le presenze annuali non raggiungevano le 100.000 unità, nel 2014 e nel 2015 si sono superate le 150.000 presenze, con un aumento del 50% in un quinquennio. Incoraggiante anche la chiusura del primo8 - Copia quadrimestre del 2016 che vede crescere le percentuali di arrivi (+10%) e di presenze turistiche (+23,58%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: nei primi quattro mesi gli arrivi sono passati complessivamente dai 17.967 del 2015 ai 19.814 del 2016, mentre le presenze da 26.847 nel 2015 a 33.178 nel 2016, con un aumento anche della permanenza media. Eppure, nonostante i dati sulle presenze turistiche sembrino assai positivi, negli ultimi tempi molti esercizi pubblici nel centro storico si trovano in difficoltà e chiudono i battenti. Quale il reale problema? Che si tratti di un turismo troppo “mordi e fuggi”? E allora in che modo persuadere i turisti a fermarsi di più nella nostra città? E come riportare in città i residenti e le attività, oltre ai turisti? Al sindaco Carlo Rossini abbiamo rivolto qualche domanda in proposito, a partire dalle origini del “male”. Per lui il problema è duplice: da una parte c’è la questione urbanistica e residenziale, con un centro storico che negli ultimi decenni si è svuotato a vantaggio di zone periferiche, esterne alle mura, che hanno conosciuto uno sviluppo così importante da comportare una desertificazione dell’“acropoli”; dall’altro c’è la dinamica delle strutture commerciali e artigianali, fortemente cambiate. “Non tutte le attività artigiane che vi erano fino a qualche decennio fa ci sono ancora– afferma il sindaco- e quelle che sono rimaste si sono prevalentemente spostate fuori dal centro storico. Per questi motivi c’è stato un cedimento sia dal punto di vista residenziale sia dei servizi”. La ripartenza, a suo parere, deve giocarsi a partire dai sevizi, nonostante sia un fenomeno complesso. “C’è un gioco di correlazioni che fa sì che, se torneranno i servizi nel centro storico, torneranno di conseguenza i residenti– spiega- e se dovessero tornare i residenti aumenteranno attività commerciali e artigiane, con un beneficio anche per i turisti, che potrebbero continuare ad aumentare”. Diviene importante anche l’apporto dato dalla possibilità di aprire attività di nuova generazione nel centro storico, la cosiddetta economia dell’intelletto: in questo senso è stato cablato l’intero centro storico con la fibra ottica in modo che studi professionali, nuove forme di economia e di lavoro possano inserirsi con potenzialità di connessione molto più alta che in altre zone del comune. Sul fronte servizi sono importanti, per il sindaco, i numerosi investimenti realizzati in collaborazione con la Regione Umbria, dalla riqualificazione del plesso dell’ex Aosta al ritorno nel centro storico di alcuni servizi essenziali. E’ stata già trasferita la Comunità montana “Orvietano-Narnese-Amerino-Tuderte”, si trasferiranno entro brevissimo tempo in via del Monte, a ridosso della centrale Piazza del Popolo, l’Inps e l’Agenzia delle entrate. “Si è pensato anche ad altri servizi– conclude il sindaco- come la Tenenza della Guardia di Finanza in Via Roma e si sta lavorando anche per portare in centro l’Arma dei Carabinieri. Sono tutte misure che sono state fatte e stanno per essere fatte per ridare vitalità alla città di Todi in termini di servizi. Questo dovrebbe servire per irradiare anche le zone più basse del centro storico, cioè la seconda e terza cinta di mura, di una nuova propensione all’investimento e all’attività commerciale”. Saranno potenziati anche i servizi che riguardano il turismo: è intenzione dell’amministrazione comunale potenziare le strutture dell’informazione turistica attraverso la realizzazione di un  nuovo ufficio di informazione turistica sotto i Portici comunali, ma anche valorizzare alcuni prestigiosi contenitori come la Sala delle Pietre o strutture museali quali il Complesso delle Lucrezie. “Il turismo che cresce ci fa bene– conclude- ma per risolvere il problema è necessario partire dai servizi. Sono questi, infatti, i due grandi collettori che riporteranno vitalità al centro storico. E’ necessario tempo, perché uno svuotamento che ha origini lontane ed esiti ormai datati (perché le chiusure delle attività commerciali non sono una novità di questi anni ma sono in corso da molto tempo ndr) ha bisogno per essere corretto di manovre che durano un tempo adeguato. Sarà necessaria pazienza e molti investimenti’’.

Leonardo Coletti

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