“MAFIOSO PAGLIACCIO”: A 100 ANNI DALLA NASCITA DI GIUSEPPE FAVA

Taglio del nastro della mostra "Mafioso Pagliaccio"
L’inaugurazione della mostra “Mafioso Pagliaccio”.
Al centro taglia il nastro la presidente
della Fondazione G. Fava Francesca Andreozzi

TODI – Grazie alla sinergia tra Unicoop Etruria di Todi – Marsciano e Libera Umbria, è stata presentata martedì 28 ottobre, al termine di un’intensa giornata che ha visto coinvolti anche gli studenti del Liceo “Jacopone da Todi” – in particolare le classi quinte del Liceo delle Scienze Umane – la mostra dei bozzetti “Mafioso Pagliaccio” che sarà esposta fino al 2 novembre 2025 presso la Sala Vetrata del palazzo comunale di Todi con ingresso libero e gratuito. La mostra comprende bozzetti realizzati da Pippo Fava, giornalista e artista assassinato dal clan mafioso Santapaola per il suo instancabile impegno contro la mafia, impegno a 360 gradi espresso in tutte le arti, dal teatro alla pittura fino appunto al giornalismo.

Intellettuale e giornalista siciliano, precisamente di Palazzolo Acreide, Giuseppe Fava nacque il 15 settembre 1925 e, dopo essersi laureato in Legge, intraprese la carriera di giornalista, collaborando con importanti testate e dedicandosi alla cronaca sportiva. Stabilitosi a Catania, che diventerà la sua città adottiva, nel 1980 prese la guida del Giornale del Sud, iniziando la sua lotta contro la mafia. Di questo periodo è l’articolo Lo spirito di un giornale, un vero e proprio manifesto programmatico del giornalismo di Fava

Io ho un concetto etico del giornalismo. Ritengo, infatti, che in una società democratica e libera quale dovrebbe essere quella italiana, il giornalismo rappresenti la forza essenziale della società. Un giornalismo fatto di verità impedisce molte corruzioni, frena la violenza della criminalità, accelera le opere pubbliche indispensabili, pretende il funzionamento dei servizi sociali, tiene continuamente allerta le forze dell’ordine, sollecita la costante attenzione della giustizia, impone ai politici il buon governo.

Pippo Fava. Lo spirito di un giornale, 11 ottobre 1981

Tale articolo risultò particolarmente scomodo ai tempi e portò al licenziamento di Fava dalla guida del Giornale del Sud, avvenuto nonostante l’occupazione della redazione promossa dai suoi colleghi. Non gli restò, quindi, che fondare un proprio giornale indipendente, I Siciliani, attraverso il quale continuò la sua denuncia rispetto alle collusioni tra grandi imprenditori locali e mafia. Il 27 Dicembre 1983 rilasciò un’intervista ad Enzo Biagi, nella quale sostenne che la mafia aveva raggiunto livelli talmente preoccupanti da aver impregnato addirittura l’apparato statale. Fu la sua ultima intervista, con la quale, potremmo dire, firmò la sua condanna a morte: il 5 Gennaio 1984 Giuseppe Fava venne assassinato mentre andava a prendere la nipotina Francesca, attuale presidente della Fondazione a lui dedicata, al teatro in Via dello Stadio, che oggi porta il suo nome. Nonostante l’evidenza, la matrice mafiosa del delitto non venne subito accertata, e ciò impedì che si tenessero funerali di Stato; anni dopo, finalmente, si arrivò alla verità.

Pippo Fava non espresse la sua denuncia della mafia solo da giornalista, ma anche a teatro, come sceneggiatore e come pittore. Era, insomma, un artista poliedrico, talentuoso e vivace, che ci ha lasciato un’importante eredità di impegno sociale.

Apertura della giornata presso l'Aula Magna della sede di Largo Martino I
Un momento della giornata. Da sinistra, la
dott.ssa Francesca Andreozzi, prof.ssa Elisa
Bartolucci, Donatella Caroli.

Impegno portato avanti dalla Fondazione Giuseppe Fava, guidata, dopo la scomparsa della figlia Elena, dalla nipote dell’intellettuale siciliano Francesca Andreozzi, che il 28 Ottobre ha portato la sua testimonianza personale ai ragazzi del Liceo “Jacopone da Todi”, grazie alla collaborazione con il presidio Libera “Giuseppe Fava” di Acquasparta. Ha aperto la giornata la prof.ssa Elisa Bartolucci, che ha ringraziato la dott.ssa Francesca Andreozzi per essersi resa disponibile a testimoniare il suo vissuto segnato dalla perdita brutale di una persona cara in un contesto socialmente difficile ed ha evidenziato quanto ciò sia collegato al percorso di studi del Liceo delle Scienze Umane.

 «Il rapporto di Libera aggiornato al 31 Dicembre 2024 evidenzia che le vittime innocenti della mafia sono state 1102, tra cui 127 minori» ha esordito Donatella Caroli, referente del presidio Libera Giuseppe Fava di Acquasparta. «Alcune tra queste vittime sono state inconsapevoli, come nel caso dei numerosi minori, ma altre hanno consapevolmente rischiato la vita, come nel caso di Giuseppe Fava e, prima di lui, di Giuseppe Impastato, che hanno denunciato la mafia in tutte le sue sfumature. Dalla memoria di queste figure deve seguire un impegno sociale che noi come Libera portiamo avanti.

«Libera – ha continuato – è una rete di associazioni che promuovono l’impegno civile per la legalità e contro la cultura mafiosa. Una tra le prime proposte della nostra associazione è stata la modifica della legge La Torre, riguardante la confisca dei beni della mafia, che ha portato alla legge 109/96, che prevede l’impiego dei beni confiscati a favore delle comunità a cui la mafia ha tolto tanto.

Nella raccolta firme per la legge 109/96 l’associazione Libera è stata coadiuvata ed assistita da Coop. «Ciò che distingue Coop dalla grande distribuzione – ha detto Monia, una lavoratrice presso la Coop di Todi – è l’attenzione all’etica. Grazie alla collaborazione con Libera, infatti, è nato nel 2001 il progetto “Libera Terra”, che mette in campo prodotto sani e biologici provenienti dai terreni confiscati alla criminalità organizzata.

Francesca Andreozzi ricevuta dall'assessore Alessia Marta
Francesca Andreozzi ricevuta
dall’assessore Alessia Marta

A seguire, gli studenti hanno assistito alla proiezione del docu-film “Prima che la notte”, che ripercorre fedelmente gli ultimi anni dell’attività giornalistica di Giuseppe Fava a partire dal 1980, anno in cui assunse la guida del Giornale del Sud. Il film esprime perfettamente lo scopo del giornalismo di Fava, che si circonda di giovani giornalisti per denunciare la mafia catanese, e la sua vivacità nell’arte come nella vita. Poi, l’inaugurazione della mostra, che comprende numerosi bozzetti che ritraggono caricature di esponenti mafiosi, il modo migliore per sminuire e ridicolizzare Cosa Nostra. Infine la presidente della Fondazione Giuseppe Fava, Francesca Andreozzi, è stata ricevuta dall’assessore Alessia Marta e dal sindaco Antonino Ruggiano

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