IL DOLCE- AMARO FAR NULLA

Print Friendly, PDF & Email

TODI- Vengono definiti “Neet” poiché non hanno ancora trovato un giusto percorso da seguire nella propria vita. 

Con questo termine -acronimo di Not Engaged in Education, Employment or Training– si indica, dunque, un fenomeno che soprattutto in questo ultimo periodo è in crescita allarmante tra la fascia che va dai 15 ai 29 anni. Comprende tutte quelle persone che appunto al momento non frequentano un corso formativo e di istruzione o non risultano impiegati a livello lavorativo.

Gli ultimi dati Istat (2021) affermano che nel 2020 i giovani che non studiano e non lavorano in Italia hanno raggiunto il dato medio preoccupante del 23,3%. Ed è proprio il Nord a crescere maggiormente, segnando un +2,3% rispetto al 2019. Inoltre, secondo i dati Eurostat della scorsa primavera, fra le ragazze la percentuale delle Neet sale al 25,4%

Sicuramente dobbiamo partire con l’idea che è difficile dare un’immagine unica dei Neet: possono essere, ad esempio, ragazzi che hanno sbagliato il percorso di studio o che hanno cercato di entrare nel mondo del lavoro ma, non essendoci riusciti, si sono arresi. 

Al contrario, invece, ci sono molti giovani “persi”che non si sono mai impegnati realmente e che si cullano nella propria pigrizia. 

In entrambi i casi, però, hanno probabilmente una famiglia alle spalle che li sostiene economicamente, ma che a lungo andare li porterà a non darsi più da fare. 

Ecco perché la società di oggi li definisce una “generazione perduta”: questo spreco di potenziale umano, ovviamente, ha un costo rilevante sia sul piano sociale sia economico, perché le nuove generazioni sono la componente più importante per la produzione di ricchezza e prosperità in un Paese. 

Questa situazione di svantaggio può avere anche un impatto più ampio: i giovani NEET sono meno propensi dei loro coetanei a partecipare attivamente alla vita culturale e politica, possono sviluppare comportamenti anomali e problemi di salute fisica e mentale, impoverire le proprie relazioni sociali.

Dunque essere NEET è sicuramente una condizione di disagio ed esclusione sociale, che spesso porta ragazzi e ragazze ad avere sensi di colpa schiaccianti.

Loro stessi dichiarano di non essere felici, si sentono invisibili, “intrappolati in una bolla di angoscia”. Alcuni sono convinti di essere dei falliti perché non sono in grado di trovare un impiego e quindi, in un certo senso, si rendono conto di star vivendo una vita non all’altezza delle loro aspettative.

Altri invece sembrano assolutamente rassegnati: lasciano il loro destino nelle mani della propria famiglia e della società, senza preoccuparsi delle conseguenze, senza quella voglia di buttarsi e provare a dare un senso alla propria vita. 

Eppure, nell’antichità per secoli questo dolce far niente, l’otium, ha avuto un significato molto diverso. Veniva considerato come tutto ciò che era lontano dall’attività pubblica e dalle varie occupazioni che ogni cittadino svolgeva per il bene della sua città (negotium). L’otium era la cura di sé e della propria saggezza, che passava per la contemplazione e lo studio. 

Per il poeta latino Orazio era la sola via che conduceva alla felicità

Nel nostro secolo invece, l’otium si è trasformato in ozio. Potremmo dire che è più una perdita di sé, una sorta di stato di apatia, come quello in cui  vivono i Neet: li porta ad avere una mancanza di interessi in qualsiasi ambito e una scarsa cura delle proprie passioni. 

Credo che anche nella smania di godere del puro dolce far nulla trovino un malessere che proviene dall’incapacità di trovare una via di mezzo nel trascorrere il loro tempo, un qualcosa che riesca a sganciarli dalla monotonia e che permetta un sentimento e un senso di utilità e di libertà per se stessi e per il prossimo.

Questa concetto di via di mezzo, medietà (metriotes) lo ritroviamo sempre in Orazio: lui sosteneva che per condurre un’esistenza serena si dovevano evitare gli eccessi e i difetti, e invece osservare in qualsiasi circostanza il modus, la giusta misura. 

I Neet sembra che non ne siano in grado e al contrario, invece di fare forza su loro stessi o affrontare i vari problemi che si incontrano nel corso della vita, preferiscono rimanere infelici, privi di fiducia verso le Istituzioni, totalmente svogliati e demotivati. 

Certamente il fattore pandemia ha inciso moltissimo su questo fenomeno: il settore lavorativo italiano è abbastanza disastrato, ma non è sempre colpa della mancanza di opportunità. 

Infatti, se magari questi ragazzi provassero a porsi degli obiettivi, a mettere desiderio e forza nell’affrontare i cambiamenti, probabilmente anche in questa situazione,  riuscirebbero a trovare nuove possibilità (corsi online, migliorare e imparare nuove skills…).

È sicuramente sbagliato generalizzare, perché come sappiamo dietro questi dati, ci sono sempre storie diverse. Mi chiedo però perché i giovani che preferiscono gettare direttamente la spugna e non pensare neanche lontanamente ad impegnarsi in un percorso non si rendano conto che, ad esempio attraverso il lavoro, si matura, cresce la soddisfazione personale, piano piano si diventa indipendenti…”Il lavoro nobilita l’uomo”. Quando tutto questo viene a mancare, qualcosa si rompe e si entra in un vortice di impotenza e spaesamento. 

Di certo neanche colpevolizzare servirà a nulla; fortunatamente per arginare o provare a prevenire questo fenomeno, che in Italia è diffuso con la più alta percentuale tra tutti i Paesi europei, sono nati molti progetti con lo scopo di creare sistemi di politiche attive che includano i giovani Neet. 

Penso però sia davvero importante  intervenire in tempo con l’obiettivo di renderli attivi ancora prima di diventare Neet e non tramite momentanei sussidi economici, ma con investimenti nella formazione e nell’aumento delle loro competenze e capacità. 

Dobbiamo smetterla di dipingere i ragazzi come incapaci di intendere e di volere e farli sentire protetti praticamente solo dal proprio nucleo familiari. Piuttosto vanno incoraggiati.

Iscriviti per ricevere contenuti nella tua casella di posta, ogni settimana.

Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.