Intervista a Alessandro Panini Finotti, protagonista dell’ultimo libro di Sergio Guarente, I dialoghi dell’eschaton
LA PASSIONE DI DIDONE E LA VECCHIEZZA DI FRANCESCO ALLA NOTTE BIANCA

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TODI- Il giorno 12 maggio 2018, presso la sede centrale in via Largo Martino I del Liceo “Jacopone da Todi”, ha avuto luogo la “Notte Bianca del Liceo” e uno dei suoi maggiori protagonisti è stato il giornalista Alessandro Panini Finotti.

Il suo ruolo all’interno della serata  è stato quello di Francesco, protagonista insieme a Didone, interpretata da Caterina Santi (3AC), della messa in scena del terzo dialogo del libro “I dialoghi dell’eschaton” del Dirigente scolastico Sergio Guarente.

A lui abbiamo rivolto alcune domande.

Come è nata la sua passione per il teatro, sia come attore che come autore?

«Non sono un attore, ma un vecchio giornalista curioso che si presta volentieri ad invadere campi professionali diversi. Scrivo testi per il teatro da qualche anno, alcune dei quali presentati al Todi Festival.

Uno mi è particolarmente caro ed è la storia dei premi Nobel vinti dall’Italia. Con la collaborazione dei ragazzi dello Jacopone l’abbiamo portata in scena anche nel “teatro più piccolo del mondo” di Monte Castello di Vibio. E lo propongo nei centri culturali, nelle Università della terza età, nei Rotary e Lions, e naturalmente nelle scuole. Io racconto chi era Alfred Nobel e gli do voce e volto, ma l’originalità dello spettacolo è offerta dall’ascolto, a sorpresa, delle voci di Giosuè Carducci, Grazia Deledda, Rita levi Montalcini, Salvatore Quasimodo, Eugenio Montale, Luigi Pirandello, Dario Fo letti da chi sta seduto in platea o su un palco. Tutto preparato prima, naturalmente, ma la sorpresa è assicurata.

Un altro spettacolo riuscito è quello dedicato agli Ardimenti del ‘900. Racconto alcune gloriose imprese dell’Italia, dalla spedizione del Duca degli Abruzzi al Polo Nord (1900) alle Olimpiadi di Roma del 1960».

Come è iniziata la sua collaborazione con il Liceo? Da quanto tempo va avanti e quali sono gli interventi che ricorda con maggior piacere?

«La collaborazione con il vostro Liceo è nata grazie alla disponibilità affettuosa del professor Sergio Guarente. Ci siamo conosciuti, ha voluto offrire gli spazi dell’Istituto ai premi Nobel e successivamente ha voluto che io partecipassi alla lettura di un suo lavoro dedicato alla tormentata amicizia di Freud e Jung. In quell’occasione ero Freud, mentre Jung era un bravissimo e giovane attore, Giacomo Troianiello. Abbiamo portato Freud e Jung a Perugia e Marsciano.

L’anno passato ero Socrate in uno spettacolo scritto dal professor Livio Rossetti. Gli allievi e amici di Socrate erano gli studenti del Liceo, i giudici che approvavano la condanna a morte altri studenti e la regia affidata alla prof.ssa Donatella Calamita. In questa circostanza Filippo [Rosati, ex allievo del Liceo n.d.r.] è stato bravo, coraggioso e indispensabile. Ci siamo conosciuti per la messa in scena di “Convincere Socrate” e da allora la mia stima ha avuto tante altre prove di affidabilità. Gran bravo ragazzo Filippo, che ama intensamente il teatro».

Alessandro Panini Finotti nel ruolo di Francesco alla Notte Bianca del Liceo

Entrando più nel dettaglio dello spettacolo “La passione di Didone”, come si pone il personaggio di Francesco al pubblico?

«Con Caterina Santi, dolce e appassionata Didone, io sono Francesco nelle pagine scritte dal professor Guarente. Francesco è un uomo maturo, che sente avvicinarsi rapidamente gli anni del declino. L’incontro con Didone, bella e arricchente figura di regina, offre a Francesco la gioia della rimembranza. Gioia non rimpianta. Didone racconta e Francesco- è inevitabile che questo accada- non può non ricordare anche la propria giovinezza e gli amori che l’hanno arricchita».

Si rispecchia nel suo carattere?

«Non faccio sforzo nel dare voce e malinconia a Francesco. Vivo anch’io gli anni della vecchiezza, sono plurinonno di sette nipoti, ho lunga conoscenza di affanni e gioie, delusioni e riscatti».

Nella sua carriera si è mai trovato ad interpretare personaggi come Francesco e tematiche come quelle presenti nel terzo dialogo del libro del Dirigente scolastico Sergio Guarente?

«Sì, Socrate e Francesco, due diverse saggezze, due diverse vecchiezze, mi stano nel cuore.

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