Il Beato non è stato dimenticato, un grande evento nella primavera del 2019
FRA JACOPONE RACCONTATO DA CLAUDIO PERI

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TODI – Far riscoprire Jacopone ai tuderti: questo l’obiettivo che si è prefissato il professor Claudio Peri, che per circa 45 anni si è occupato, all’Università di Milano, della qualità e della sicurezza del cibo, delle tecniche e dei sistemi per la produzione alimentare, per garantire la genuinità e la tracciabilità dei cibi. Ora in pensione, Peri ha lasciato la città di Milano ed è tornato a vivere a Todi, dove ha in mente di realizzare progetti lungimiranti e ambiziosi per rilanciare Todi e la figura di Jacopone. Abbiamo rivolto alcune domande al professore, per capire meglio la motivazione del suo interesse per la figura di Jacopone e quali sono le iniziative che verranno messe in atto tra quest’anno e l’anno prossimo, per la cui realizzazione Peri conta sul supporto e sull’aiuto degli studenti e dei docenti del Liceo “Jacopone da Todi”.

Con le sue competenze, che mi sembrano decisamente scientifiche, come le è venuto in mente di occuparsi di Jacopone?

«Ci sono due ragioni e tutte e due molto forti. La prima è che il mio interesse per la cultura storica e letteraria, nato negli anni del Liceo a Todi, non è mai cessato. L’imprinting del Liceo Classico è per la vita. La seconda ragione è il mio incontro fortuito e sorprendente con la più bella e appassionante biografia di Jacopone che io avessi mai letto, dal titolo “Jacopone da Todi Poet and Mystic” scritta e pubblicata a Londra nel 1919 da Evelyn Underhill, scrittrice e mistica inglese. Ho scoperto questo libro per puro caso in una libreria dell’Università di Davis, in California, all’inizio del 2017. In Italia non lo conosceva nessuno. L’ho comprato e letto: è un libro affascinante, documentato e completo. La Underhill esplora con intelligenza ed empatia ogni aspetto della vita di Jacopone. Ne emerge un personaggio straordinario: un uomo di forte carattere, poeta sublime, mistico ispirato, cittadino consapevole delle ingiustizie e delle colpe del suo tempo, dolorosamente toccato dai coinvolgimenti mondani della Chiesa Cattolica, ma allo stesso tempo irresistibilmente attratto dalle ispirazioni spirituali del primo francescanesimo, uno che ha pagato duramente per la fedeltà ai suoi principi morali e religiosi».

Lei si è assunto il compito di far conoscere Jacopone ai suoi concittadini: un compito appassionante ed interessante ma allo stesso tempo molto difficile in quanto Todi è una città in crisi di identità, soffre della globalizzazione dei mercati e della crisi economica che ha colpito tutti i piccoli centri: si sono chiuse le botteghe artigiane, si chiudono i negozi, i giovani emigrano in cerca di lavoro … a cosa ci può servire rincorrere i ricordi e le poesie?

«Caro Tommaso, comprendo il tuo pessimismo e quello degli amici di Todi che incontro ogni giorno. Ma il pessimismo è inconcludente, non serve a risolvere i problemi, semmai ad aggravarli. E la rinascita è possibile se ritroviamo la nostra identità. Dobbiamo ritrovare l’orgoglio delle nostre radici per sfuggire alla omogeneizzazione dell’informazione, dei pensieri, dei comportamenti. Sono convinto che la rinascita della città, anche sul piano economico, può venire soltanto dalla valorizzazione delle nostre specificità in cui si sommano storia, arte, bellezza del paesaggio, carattere della gente, tradizioni enogastronomiche, una skyline mozzafiato, una localizzazione unica al cuore dell’Italia e di almeno cinque civiltà decisive per la storia dell’Occidente: etrusca, romana, cristiana, medievale e rinascimentale.

Noi siamo “Jacopone da Todi”. Il nome “Jacopone” non dice nulla se non si aggiunge “da Todi”, né “Todi”, nel mondo, è in grado di evocare un luogo se non si aggiunge “è la città di Jacopone”. “Jacopone da Todi” è un potente marchio di identificazione che nei miei viaggi ho scoperto essere noto in tutto il mondo. “Ripartire da Jacopone per rilanciare Todi”, questo è diventato il mio motto».

 

Qual è il suo piano di azione?

«In primo luogo far riscoprire Jacopone ai tuderti. Se gli abitanti di Todi non conoscono Jacopone, se addirittura ne hanno una idea falsa e negativa, il mio progetto è fallito in partenza. Dunque mi sto dedicando prioritariamente a questo compito. Ho tenuto un paio di conferenze nella sala del Consiglio Comunale di Todi  e mi è sembrato di aver attirato l’attenzione di molti cittadini e della amministrazione comunale sul mio punto di vista. Grazie alla cordiale disponibilità del prof. Sergio Guarente, preside del tuo Liceo, ho potuto parlare di Jacopone agli studenti del Liceo in due occasioni e anche loro mi sono sembrati interessati e reattivi. Sono state avviate, proprio in queste settimane, alcune attività di gruppi di studenti del Liceo rivolte alla conoscenza e allo studio di Todi come attrattore di nuovi flussi turistici e di Jacopone, come figura di identificazione del carattere e della cultura della città. Mi sembra che queste iniziative abbiano suscitato molto interesse e questo per me è un segnale positivo, perché l’interesse degli studenti dei Licei e degli Istituti Tecnici è la più essenziale materia prima per la costruzione del futuro della città».

E poi?

«E poi … cerca di non perdermi di vista. Dalla seconda metà di Aprile pensiamo (parlo al plurale perché grazie a Dio non sono solo, ma già parte di un team di persone capaci e motivate) di attivare una intensa campagna di conoscenza e promozione della figura di Jacopone da Todi. Ci saranno incontri aperti alla cittadinanza, iniziative per gruppi, note di stampa. Spero che entro il 2018 sia pubblicata la traduzione in italiano del bellissimo libro di Evelyn Underhill. La sto preparando con la collaborazione della dott.ssa Fabiola Bernardini e del prof. Enrico Menestò. Spero che entro il 2018 sia pubblicata anche la guida di Todi in inglese che sta preparando Bernard Mansheim (USA), grande amico di Todi e mio. Gli studenti del Liceo potranno utilizzare questi testi per progettare e realizzare iniziative nella scuola e nella città».

E nel 2019?

«Per il 2019 abbiamo in mente iniziative davvero impegnative: ho un po’ di reticenza a parlarne per scaramanzia e per non rovinare la sorpresa. Però vorrei accennare qualcosa per non lasciarti deluso da questa intervista:

Che ne diresti se a Todi venisse lanciato un premio internazionale per scrittori, per poeti e per cantautori intitolato al nome di Jacopone da Todi e ispirato agli aspetti essenziali del suo stile e dei suoi temi? Lo sai che esiste in una Università dell’Ohio (USA) uno Jacopone da Todi Poetry Book Prize (premio annuale al libro di poesia intitolato a Jacopone da Todi)? Lo sai che all’Università di Edimburgo (UK) Jacopone da Todi è un modello di studio per la traduzione di poesie antiche in Inglese moderno? (Translating Jacopone da Todi: Archaic Poetries and Modern Audiences)

Sai che la preghiera/poesia dello Stabat Mater di Jacopone è il testo che è stato musicato nel mondo dal maggior numero di grandi musicisti? (Pergolesi, Vivaldi, Rossini, Verdi, Listz, Haydin, Dvorak, lo hanno musicato più di 100 importanti musicisti di ogni tempo) e che non esiste al mondo scuola di musica che non conosca questo fatto? Che ne diresti se il Duomo di Todi -che è bellissimo- diventasse ogni anno il luogo di una grande edizione dello Stabat Mater con direttori di orchestra, musicisti e cantanti provenienti da ogni parte del mondo»?

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