Deterrente per i flussi turistici o strumento di promozione del territorio?
IL SOGGIORNO DA TASSARE

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TODI – Dal gennaio del 2018 la nuova amministrazione comunale ha deciso di impostare un progetto di rilancio complessivo del turismo attraverso una serie di misure da portare avanti. Una di queste è l’introduzione della tassa di soggiorno, discussa da una buona “fetta” di città, a partire dall’associazione commercianti. Deterrente, dunque, per i flussi turistici che potrebbero “migrare” fuori Comune, a pochi chilometri di distanza, o strumento di promozione del territorio?

«L’introduzione di questa tassa permetterà di introitare, in base ai dati dell’ultimo anno, circa 150.000€ ogni anno che verranno ridestinati esclusivamente al settore turismo attraverso l’organizzazione di un tavolo tecnico istituito appositamente dall’assessorato competente», spiega l’assessore Claudio Ranchicchio.

Al momento dell’introduzione è stato deciso di destinare il 50% delle suddette entrate al rilancio e allo sviluppo del “brand” Todi, oltre che alla partecipazione ad importanti fiere del settore; l’altro 50% è stato destinato all’abbattimento del costo della TARI per tutte quelle strutture ricettive che pagano questa tassa come impresa, attivando, a parere dell’amministrazione comunale, «una leva di grande equità fiscale». «Al contrario di quanto pensavano inizialmente Confcommercio e Federalberghi- dice l’assessore- imporre questa tassa comporterà un grande vantaggio per le attività alberghiere. E di certo non saranno quei 2€ a far cambiare meta ai turisti».

«Conosciamo le posizioni assunte da tali enti anche presso altri comuni- ammette Ranchicchio- ma, una volta spiegata la destinazione delle somme, hanno parzialmente convenuto con noi che si potesse trattare di un buon provvedimento per il futuro, pur ritenendo che laddove avessero ricevuto prenotazioni per i primi mesi del 2018 avrebbero potuto incontrare difficoltà».

La tassa di soggiorno non sarà comunque applicata a tutti gli ospiti delle strutture ricettive. Infatti sono esenti da questa imposta i minori di 15 anni, i soggetti che assistono i ricoverati in ospedale, gli studenti iscritti a Università e scuole private e ovviamente le persone ricollocate negli stabilimenti alberghieri a seguito di provvedimenti conseguenti a calamità naturali. 

«Per quanto riguarda il Piano di promozione turistico a cui sarà appunto destinato il primo 50% delle risorse, siamo già a buon punto. Esso è stato approvato prima in Giunta e poi in Consiglio comunale, ed ora, di comune accordo con il Tavolo apposito, insediatosi nel mese di gennaio, procederemo ad individuare i soggetti più idonei, attraverso le procedure previste per legge, a svolgere tale servizio»

Che la tassa di soggiorno sia uno strumento che può giovare all’economia della città emergerebbe anche dalla grande diffusione che ha nella regione. In Umbria quasi tutti i comuni a vocazione turistica hanno, ormai, la tassa di soggiorno: Perugia, Assisi, Spoleto, Gubbio, Orvieto, Castiglione del Lago e Passignano sul Trasimeno. Ma è anche vero che Todi non ha i numeri che hanno queste città sopracitate. Le uniche due importanti città umbre che non hanno introdotto questa tassa sono Terni e Foligno, città in cui prevale il terziario e il turismo non è una rilevante risorsa economica.

Oltre alla tassa di soggiorno, il progetto di rilancio complessivo del turismo a Todi prevede altre misure da portare avanti, come ad esempio un nuovo arredo urbano della centrale Piazza del Popolo che comprende anche una nuova illuminazione e la costruzione di un altro ascensore a Porta Orvietana, per ridurre i tempi di percorrenza e facilitare l’accesso al centro storico. Al di là di questo, ci sarà anche un potenziamento delle manifestazioni turistiche, culturali e sportive con una presentazione anticipata del programma annuale al fine di permettere agli operatori di costruire pacchetti turistici “ad hoc”.

 

 

 

 

 

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